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E’ di Lauria come Rocco Papaleo e i “Pittella’s”, ma il suo grande amore è il teatro. Un amore ricambiato, visti i tanti lavori con registi di prestigio e un curriculum di tutto rispetto per un giovane attore di  29 anni.  Il suo nome  è Vincenzo Giordano. Un nome certamente meno familiare al grande pubblico di quello del compaesano Rocco, ma molto apprezzato nel circuito teatrale italiano. Dopo aver vissuto dall’età di sei anni fino al conseguimento della maturità nel piccolo centro lucano, infatti, Vincenzo è partito alla volta di Milano per coltivare il suo sogno: fare l’attore. Con il diploma alla prestigiosa Scuola d’Arte drammatica “Paolo Grassi” di Milano  e il diploma di perfezionamento alCentro teatrale Santa Cristina diretto da Luca Ronconi in tasca, di strada ne ha fatta. E i frutti iniziano a vedersi anche in televisione.  L’attore lucano, infatti, è nel cast del “Sogno di una notte di mezza estate” di William Shakespeare, diretto da Elio De Capitani (un’altra grande firma della scena italiana), che sabato Rai 5 proporrà in visione alle ore 21,15.

Il testo di Shakespeare intreccia le peripezie d’amore di uomini e donne, elfi e fate, tra palazzi nobiliari e foreste incantat.  Vincenzo Giordano interpreta il giovane Lisandro, coniugando energia e sensibilità con un linguaggio teatrale pieno di forza e di gioco. Lo spettacolo è stato  registrato al Teatro dell’Elfo di Milano per la regia televisiva di Felice Cappa. «La prima regia di questo lavoro all’Elfo- spiega Vincenzo Giordano – portava la firma di Gabriele Salvatores e Luca Barbareschi recitava quella che è diventata la mia parte». Niente male per un ragazzo che, prima di seguire la sua vera vocazione, immaginava il suo futuro all’Accademia navale. Fatale l’incontro con le tavole del palcoscenico a scuola. «L’insegnante di inglese mi chiamò per sostituire un compagno malato in “L’importanza di chiamarsi Ernesto” – racconta- da allora non ho più smesso di recitare, grazie anche all’appoggio incondizionato della mia famiglia». Vincenzo, oltre al teatro, ha fatto anche alcune cose per il cinema e la tv, ma su quale sia la sua dimensione più autentica non ha dubbi: «Il teatro è il mio mezzo di espressione, mi piace il contatto immediato con il pubblico e sentirmi sulla scena altro da me. Più fuori non mi riconoscono e più sento di aver fatto un buon lavoro sul personaggi». Vederlo in Basilicata? Difficile, almeno per il momento, molto più comodo guardarselo sabato in tv.

m.agata@luedi.it

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