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FERRANDINA – Non poteva certamente sfuggire agli organizzatori del circolo Arci di Ferrandina  “Linea Gotica”, il primo tour italiano della giovane cantautrice francese Manon Tanguy. 

Ancora una volta lo sguardo degli esperti ferrandinesi viene lanciato oltre i confini nazionali e domani a partire dalle 22.30  Manon in trio si esibirà per i soci Arci a Ferrandina. Bellissima, brava e dolce ma anche capace di scrivere una poesia che riesce ad andare oltre, anche per sonorità, alla barriera linguistica.  In Francia ha vinto diversi premi e in questo tour italiano sta avendo importanti consensi.

Manon fa parte del meglio che la musica europea in questo momento esprime, ad un talento lampante unisce una grandiosa capacità comunicativa, la sua musica è affascinante.

Manon con estrema cortesia e gentilezza si concede ad un’intervista per il Quotidiano della Basilicata. 

Manon, come ti è apparso  finora il pubblico italiano e quali storie stai raccontando in questo tour?

«Abbiamo incontrato dei pubblici molto differenti, ma generalmente è un pubblico curioso, entusiasta malgrado la barriera della lingua. Spesso introduco le mie canzoni  con un breve riassunto in italiano affinché gli spettatori abbiano un’idea del senso delle parole che vado a cantare. Le mie canzoni parlano dei rapporti umani, dei loro contrasti». 

Come è organizzato il tuo live italiano e come speri che torni a casa un tuo spettatore italiano?

«Sono accompagnata  da una chitarrista polistrumentista Yannis e di un contrabbassista Lolo. La  nostra musica è abbastanza malinconica con differenti tinte di colori secondo i temi. Talvolta più elettrico, altre  più acustico Per quanto riguarda il sentimento degli spettatori, è una bella  domanda, alla quale però  non ho la risposta, credo sia un sentimento che appartiene a ciascuno».

Quanto è importante per te fare un tour in Italia e quali sono le differenze tra il mondo della musica francese e quello italiano?

«Ho la sensazione in Italia ci sono più “groupes de reprises” ( cover band)  che  di creazione, al contrario della Francia. I luoghi, i locali  dove abbiamo suonato sono incredibili  ma  troppo rari. Suonare in Italia mi ha permesso di puntare sulla musicalità. Il pudore che può suscitare il fatto di cantare  le proprie  parole sparisce e si trasforma in sfida. Questo tour  ci permette di suonare  tutti i giorni e di crescere  insieme. 20 concerti in 3 settimane è una vera maratona. E’ poi soprattutto l’opportunità di scoprire un’altra cultura. Questo mi  sta molto arricchendo.  Ho incontrato belle persone che mi hanno trasmesso un certo entusiasmo. Faccio le cose come le sento e questo mi dà  i mezzi per  progredire».

Hai un modo di cantare che trasmette dolcezza e sincerità. E’ uno stile molto simile ad una giovane cantautrice italiana, Erica Mou, ma anche di altre artiste donne che in Italia negli ultimi tempi  stanno prendendo il loro posto in un mondo della musica che in passato è stato dominato dagli uomini. Le donne secondo te raccontano meglio la realtà in questo momento?

«Non credo. Ascolto allo stesso modo cantanti donne e uomini, mi toccano probabilmente per  ragioni differenti. Non vedo rivalità. Non conosco veramente la situazione italiana, ma se le donne sono in qualche modo lese  nel  quotidiano, allora è importante che prendano  il loro posto e che si  incoraggino. In Francia, da questo punto di vista,  non siamo messi male».

Concludiamo. Cosa è per te la Bellezza?

«La Beauté est la justesse».

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