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MATERA – Katia Ricciarelli non ha paura del tempo che passa. Anzi, lo trasforma in una commedia musicale in cui non risparmia nulla: errori, rimpianti, ma soprattutto rivalsa. Quella che da una nascita illegittima, all’infanzia povera fino alla celebrità e alla riccchezza, ha trasformato la giovane Katiuscia nella diva che il mondo della lirica ha celebrato.

“Altro di me”, la commedia musicale che ha portato in scena sabato al teatro Duni è un viaggio non solo nella vita di una donna che con tenacia e passione ha costruito una carriera prestigiosa, ma anche nella storia del nostro Paese, che come la Ricciarelli, dalla fame è passato al boom economico.

Francesco Zingariello, tenore che si sottopone ad un provino con lei, diventa confidente e complice di quel viaggio. Le due voci si incontrano su arie celebri ma anche brani della tradizione napoletana e dei grandi musical americani.

Lo spettacolo, che prende il suo titolo da una frase di Mimì, nella Boheme, ha il sapore di un racconto con inserti danzati da Simona De Nittis e Sebastiano Andrea Meli in cui la vita reale diventa romanzo, amore, stragedia, passione. Le coreografie di grande suggestione si muovono su un palco pieno di bauli, abiti di scena, cappelliere e valigie.

Una bellissima prova, questa, per Francesco Zingariello, che attraverso arie celebri e brani della canzone popolare italiana, fa rivivere i grandi del passato, con voce di grande suggestione.

La Ricciarelli si racconta anche grazie ad uno straordinario album fotografico che scorre alla sue spalle durante lo spettacolo. Dagli esordi alla Rai in bianco  e nero ai palcoscenici di tutto il mondo accanto a Luciano Pavarotti e Josè Carreras. E’ questa la figura che rappresenta il filo rosso di gran parte della sua esistenza. Ne parla più volte, descrivendo la storia d’amore di due voci celebri, affini non solo nel canto ma anche nel privato, nonostante grandi liti e bellissime riappacificazioni. E gli aneddoti non mancano («Una volta ridusse in brandelli tutti i miei vestiti…ma poi fu bello fare pace…peccato per gli abiti»).

Ma tra i ricordi, quelli più struggenti sono per la madre, forte, rimasta sola ancora giovane, ma mai sconfitta dalla vita. E poi l’omaggio all’uomo che ha trasformato la giovane ragazza do Rovigo  nella grande Katia Ricciarelli, Ludovico Patrolini, bancario melomane che  finanziò i suoi primi studi.

All’ex marito Pippo Baudo, Katia Ricciarelli non destina ricordi romantici. Piuttosto frenetici nella descrizione quasi folcloristica delle nozze celebrate in Sicilia quasi come una festa patronale con serenata dell’Orchestra di Pippo Caruso nella prima notte degli sposi.

Ironica e senza falsi pudori, si affida al testo di Maurizio Costanzo e Enrico Vaime, ispirato al suo libro autobiografico e alla regia di Marco Mattolini, mentre di volta in volta diventa interprete, diva, figlia, moglie ma sempre donna dalle scelte di cuore.

a.ciervo@luedi.it

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