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INSIEME  a Pier Paolo Pasolini, nel 1964 il mondo scopriva la bellezza “terribile” dei Sassi, allora vergogna nazionale, trasfigurata in moderna Palestina. Da allora sono trascorsi 50 anni, ma quella pellicola continua a conservare intatto il suo messaggio e Matera a incarnarne il luogo simbolo, pur avendo il film attraversato altre 13 location. E insieme (per fare onore al claim del dossier di candidatura a capitale della Cultura) oggi tutte le istituzioni – Regione Basilicata, Province, Apt, Comune, Lucana film commission, Soprintendenza per i Beni storici artistici e etnoantropologici, Università, Curia di Matera, Comitato Matera 2019-  in stretta collaborazione con le associazioni, in testa la Cineteca lucana, intendono celebrare l’importante anniversario con un ricco programma di esposizioni, rassegne cinematografiche, teatro, musica e danza. «Non potevamo accontentarci di un singolo evento per celebrare i 50 anni di un capolavoro di caratura mondiale- spiega nella conferenza stampa di presentazione del programma, il sindaco Salvatore Adduce – Dal film di Pasolini nasce un’altra storia rispetto alla Lucania raccontata da Carlo Levi, Pasolini mostra i Sassi ancora abitati negli anni in cui si stavano svuotando, cambiando il volto e l’antropologia della città. Nel solco culturale del percorso verso il 2019, questa ricorrenza ci “obbliga” ad avviare una riflessione profonda su cosa siamo diventati e a mettere in moto nuove energie». Da dove si parte? «Da dove ci eravamo lasciati 50 anni fa» – dice il primo cittadino. Dal cinema. La manifestazione sarà aperta ufficialmente all’inizio della settimana di Pasqua con la proiezione del Vangelo secondo Matteo, in edizione appena restaurata e mai prima d’ora proiettata, al  Duni martedì 15 aprile alle ore 17.

Insieme alle autorità locali e agli importanti ospiti, è stato invitato anche Enrique Irazoqui, scelto da Pasolini per interpretare il ruolo di Cristo nel capolavoro e cittadino onorario di Matera dal 2011.

«Noi  ci auguriamo- aggiunge il direttore della Lucana film commission Paride Leporace- che in sala ci sia la città e chi questa “storia” in qualche modo l’ha vissuta. Ci sono miti, mitologie e storie legate a questo film di cui Matera è diventato l’emblema da continuare a diffondere. Non è un caso se Mel Gibson 40 anni dopo sia tornato nei luoghi di Pasolini per girare The Passion e se il primo “contatto” con Matera il direttore artistico di Matera 2019, Joseph Grima, lo abbia avuto attraverso Pasolini e il suo film».   Nel foyer del teatro sarà allestita, a cura dell’Associazione culturale Pier Paolo Pasolini di Matera, l’esposizione delle fotografie scattate sul set da Domenico Notarangelo, prezioso testimone diretto di un’avventura cinematografica senza tempo. Il programma prevede anche: la proiezione del “Vangelo secondo Matteo”  in tutti i 131 comuni della Basilicata;  la rassegna cinematografica dell’opera pasoliniana a Matera, Potenza e negli altri centri dotati di sale cinematografiche in occasione della Settimana del cinema a maggio. Leporace, inoltre, ha annunciato un’edizione della Basilicata all’Isola tiberina dedicata all’importante anniversario e  il progetto portare al Festival di Venezia,  con il Comitato Ravenna 2019,  il “Vangelo secondo Matteo” di Pasolini e “Deserto Rosso” di Michelangelo Antonioni (rispettivamente Gran premio della Critica e Leone d’oro al  Festival del Cinema del 1964). Il cinema, insomma, per dirla con il soprintendente Marta Ragozzino, «diventa l’occasione per costruire comunità». Il Museo di Palazzo Lanfranchi, come sempre, farà la sua parte, ospitando, dal 28 giugno al 8 novembre 2014, la grande mostra internazionale “Roma-Matera 1964. Il Vangelo secondo Matteo di Pier Paolo Pasolini”.  «L’obiettivo della mostra – ha anticipato la soprintendente-  è mettere a fuoco, grazie a una narrazione originale, la genesi del capolavoro pasoliniano e  il rapporto del regista con la città di Matera e con gli altri luoghi della regione dove intese girare il Vangelo (Barile, Lagopesole ma anche i centri dell’area murgiana pugliese: Ginosa e Massafra tra gli altri). La mostra di Palazzo Lanfranchi sarà divisa in due parti. Nella prima si prevede la ricostruzione del doppio contesto del film: quello dell’ideazione ed elaborazione creativa tra Roma, Assisi e la Palestina nel 1962/64 e quello della realizzazione delle riprese più importanti a Matera, che nel giugno del 1964 fu il set principale del Vangelo. L’idea è quella di restituire la storia e i luoghi del Vangelo attraverso una narrazione multimediale, resa possibile dal montaggio creativo di documenti, dipinti, acquarelli, disegni, fotografie, spezzoni cinematografici, interviste, materiale bibliografico ed oggetti. Nella seconda parte della mostra, curata da Giuseppe Appella, che si snoderà al piano terra di Palazzo Lanfranchi, negli ipogei  e al Musma, si affronterà la scultura dei primi anni Sessanta, in cui la Pop-Art trova la sua consacrazione ufficiale». Ad arricchire ulteriormente il programma  il progetto coreutico di Virgilio Sieni sul Vangelo di San Matteo in collaborazione con Biennale di Venezia Danza, l’Associazione Basilicata 1799 di Potenza e lo IAC di Matera e una mostra nel Parco delle cantine dello Sheshe di Barile, in collaborazione con l’associazione Sisma. Ma il palinsesto è tutt’altro che chiuso. «Il nostro è un “cantiere aperto” – ha detto l’assessore comunale alla Cultura Alberto Giordano-  siamo aperti alle proposte di tutte le associazioni o gruppi che pensano di poter produrre iniziative attinenti alle celebrazioni per i 50 anni del Vangelo di Pasolini». Chi ha voglia di dare il proprio contributo per rendere ancora più ricche queste specialissime “nozze d’oro” non ha altro che da farsi avanti.

m.agata@luedi.it

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