X
<
>

Condividi:
4 minuti per la lettura

ROMA – La presentazione di Materadio nella Capitale avviene in via Arenula, ospiti del ministro Andrea Orlando, in un contesto da spending review che meno spending non si può. Ma non per Matera, che ci fa la sua porca figura. Con Luigi Gubitosi, il DG della Rai che Taglierai, a sorbirsi tutto il tempo le frecciate di un come-sempre spumeggiante Marino Sinibaldi, sul fatto che segare i presidi regionali è ingiusto (a proposito, quest’anno anche Potenza vuole la sua fetta di Materadio e dunque verrà coinvolta, tramite la smobilitanda sede Rai), che ormai i giornalisti saranno costretti a viaggiare in pullman, addio alle business class degli aeroplani, addio sontuosi buffet (quelli ormai da tempo), addio, Lugano, addio.

Alle fine di tutto ‘sto taglia-taglia ci pensa per fortuna il caro sindaco Salvatore Adduce a riportare euforia quando dice: «Tranquilli. Noi non siamo come gli altri. Noi non siamo una città del sud che sbarca a Roma in cerca di danari. Noi ci finanziamo da soli. Noi finanziamo tutto». Come dire: Materadio? No problem, pago io. Gubitosi strabuzza gli occhi. Già il premier aveva posato il voglioso sguardo sulla Basilicata e sull’idea che spremendo tale ignota landa (che l’ottimo Addux ben definisce “malleolo d’Italia”) si potrà incrementare il disastrato Pil della Patria tutta. “La Lucania Felix è pronta a fare la sua parte di emirato petrolifero purchè ci lasciate fare cultura!” potrebbe essere, alla fine, il motto. Vedremo.

Poi, si parla della situazione carceraria, tra gli sbadigli generali. Tra le priorità del Signor Ministro, quella di migliorare la qualità della vita dei detenuti, a partire dal recupero di strutture sempre più fatiscenti. E anche qui, Matera (che il pregevole foglio rosa-salmonato di Confindustria ha appena proclamato “città più sicura d’Italia”) si fa ancora più bella, col pimpante sindaco che afferma: «In verità noi abbiamo un carcere, ma non abbiamo problemi. La struttura è appena stata ristrutturata. Quando i figli dei carcerati vanno a trovare i genitori, manco si accorgono che stanno entrando in una casa circondariale, tanto è tutto bello, sistemato e colorato!».  Sì, il carcere di Matera è lo Smaland degli istituti detentivi e qui la platea si lascia andare ad un «oooooooooohhhhhhh» di stupore e meraviglia. Ormai, chi non la conosce, fantastica su questa città meravigliosa, pietrificata come un sito archeologico mediorientale, ma con un livello di vita pari a quello di una città scandinava. Il miracolo è riuscito! Grazie al marxismo-leninismo in salsa lucana. O malgrado esso. Sì, perché c’è spazio pure per la politica quando un Adduce ormai incontenibile s’esalta per il poeta Scotellaro, che fu anch’esso recluso – il motivo per cui l’evento si svolge al Ministero di Grazia e Giustizia sono i 250 anni dalla pubblicazione dell’opera “Dei delitti e delle pene” dell’illuminista e presunto massone della prima ora Cesare Beccaria, che ispirerà una trasmissione di Radio3, la quale partirà proprio da Matera, quando il terzo canale radio di Stato trasferirà il suo palinsesto nella città dei Sassi e di Pasolini, dal 19 al 21 settembre prossimi. Un evento epocale, che si ripete per il quarto anno consecutivo. Scotellaro, dicevamo. Che Adduce dice di voler omaggiare con una targa nel luogo della sua carcerazione (attualmente adibito a spazio culturale), «magari alla presenza del Presidente Napolitano». Apriti cielo. Persino Paolo Verri, che fino a quel momento non aveva smesso un attimo di palpeggiare il suo smartphone, ha un sussulto. Come noto, il bi-presidente della Repubblica era intervenuto, nei primissimi anni Sessanta, sull’opera di Scotellaro con un attacco che denotava settarismo ideologico ed incomprensione del contributo originale che il poeta aveva dato al processo di risveglio delle masse contadine. L’ottuagenario Capo di Stato potrebbe ravvedersi e fare mea culpa? Chissà… Sta di fatto che quando c’è Matera di mezzo, ormai tutto è possibile. «Quando l’ho scoperto non ci potevo credere!» riferisce infine Sinibaldi. E fa riferimento al nome del vincitore del Premio Letterario “La Giara”, noto concorso organizzato dalla Rai (di quelli che se partecipi e non hai mai pagato il canone, una volta che ti sei iscritto mandando tutti i tuoi dati, subito t’arriva la cartella Equitalia con tutti i canoni arretrati dal 1952) e che quest’anno è stato vinto da un materano, Roberto Moliterni. «Cioè l’autore a cui assegneremo il premio a Matera, è di Matera. Un caso su un milione – chiosa ancora il direttore di Radio 3 – che uno subito può pensare che è stato fatto apposta, che io e Adduce ci siamo messi d’accordo. Ma io non sono quel tipo di persona lì. Lui (Adduce, ndr), non so…». E il pubblico ridacchia.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE