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CALCIANO – Riparte in versione autunnale per la sua seconda edizione la manifestazione “Naturarte” che riempirà di iniziative, mercatini a Km 0 e concerti i parchi lucani nei prossimi week end fino al 16 novembre (ad eccezione dell’evento nel Parco della Murgia Materana che coinvolgerà tutta la settimana dal martedì 28 ottobre al due novembre) e poi fino a maggio. Si comincia oggi per tre giorni nel Parco Gallipoli Cognato, a Calciano con il “main event” delle 21.30: il concerto dei Modena City Ramblers ad ingresso gratuito. In anteprima un membro storico dei MCR Massimo “Ice” Ghiacci, racconta questo momento particolare del gruppo in alcune domande per il Quotidiano.

Maestro, un live di oltre due ore per festeggiare i 20 anni di “Riportando tutto a casa”, non rischia di diventare un’autocelebrazione?

«Noi ci voltiamo indietro ma per condividere certe tappe del nostro percorso con chi ci segue. Questo ci ha dato la possibilità di inventare una scaletta molto particolare e non credo che nei prossimi anni riusciremo o vorremo riproporla così. Si articola in tre momenti distinti che vanno a toccare i nostri modi di stare sul palco. C’è un primo momento di canzoni imbastardite con il rock, con riferimenti al punk; un secondo momento centrale di ascolto dove ci sono le ballate. Nel terzo momento si torna a ballare con il suono dei primi dischi, legato ai posse, al nostro connubio con il folk irlandese».

Siete certamente meno “estremisti” di un tempo nei testi. E’ cambiato il vostro rapporto con la politica?

«Alcuni brani “estremisti” oggi li scriveremmo non con la stessa spontaneità e irruenza di un tempo. E’ la sincerità che ci spinge a cercare modi diversi per raccontare purtroppo le stesse cose. “Niente di nuovo sul fronte occidentale”, il nostro ultimo disco in studio, da questo punto di vista mi sembra un buon esempio di come noi oggi cerchiamo di raccontare, cercando di non essere retorici e di non apparire edulcorati e scontati. Oggi il nostro rapporto con la politica è di persone a disagio, disorientate».

Quel suo progetto da solista del 2008 con il disco “Come un mantra luminoso”, era un modo per staccarsi dallo stile dei MCR ?

«Il mio piccolo-grande ego aveva necessità di avere un certo tipo di segnale alternativo. E’ un disco in cui ci sono cose legate a sensazioni, all’intimo. Ho un secondo disco di canzoni di questo tipo nel cassetto e un disco in inglese di musica psichedelica-elettronica che probabilmente non pubblicherò mai. Sto anche ultimando con Marco Ambrosi un disco, questo sì da pubblicare, ma non so quando e dove».

Saranno in grado i MCR in futuro di scrivere brani identificativi e popolari come “Ebano”, “Un giorno di pioggia”, “I Cento passi” ed altri pezzi che hanno fatto storia?

«Io non conosco i segreti ingredienti anche perché probabilmente ne abuserei. Queste canzoni che sono entrare nell’immaginario di chi ci segue e che ci identificano sono anche brani che nascono in condizioni particolari. Con le canzoni non si fanno rivoluzioni ma un brano può aiutare, informando, stimolando, facendo riflettere. Questi sono i nostri obiettivi. I Modena City Ramblers esisteranno finché ci saranno le molle della lotta, della rivendicazione e del raccontare l’attualità, a spingere il sound».

Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza?

«La Bellezza è l’emozione più forte nella semplicità che una persona possa provare».

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