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BRIENZA –E’ un Pino Aprile appassionato che non si nasconde né si risparmia nell’intervista che concede a il Quotidiano prima della presentazione a Brienza, nella sala dell’ ex Refettorio, domani alle 18.30, del libro “Il Sud Puzza”, nell’ambito della rassegna “Serate d’autore” , evento fortemente voluto dall’assessore comunale alla Cultura Angela Scelzo. Pino Aprile conosciuto per aver creato un caso con il best seller “Terroni”, ha tanto da dire e c’è molta Basilicata nelle sue parole: «Il potere politico della Lucania prescinde dalla sua territorialità. Parlano d’altro, non “gliene fotte” niente della Lucania». Ma prima di arrivare alle riflessioni più amare, si parte da una vittoria, quella di Matera.

Matera Capitale della Cultura Europea, cosa significa per lei? Come sono da interpretare le invettive che piovono sulla Città dei Sassi soprattutto dal nord?

«Matera è una città che in 150 anni questo Paese non è riuscito nemmeno a raggiungere con il treno, in una regione che è l’emblema dell’abbandono. Ecco perché con questa vittoria della Città dei Sassi riparte il su. Ne sono convinto, è l’inizio della ripartenza. Per quanto riguarda le sciocchezze, arrivate da Siena in particolare, in un certo senso sono rivelatrici, denotano lo stupore di chi è abituato a vedere un Sud che non può vincere».

Il riscatto e la ripartenza del sud è il tema vero del libro “Il Sud puzza”?

«E’ successo che ho voluto misurare quello che vedevo tra i movimenti e associazioni del Sud utilizzando la “geometria delle reti” che consente di valutare le entità delle aggregazioni umane. Il Sud sta rigenerando il suo tessuto sociale. Questa è una cosa davvero enorme, è ciò che per anni abbiamo sognato di vedere».

In questo rigenerarsi, a parte Matera, come è messa la Basilicata?

«Viene alla luce una regione che ha avuto dirigenti politici di grandissimi livelli ma non ha portato a casa nulla. Il potere politico della Lucania prescinde dalla sua territorialità. Parlano d’altro, non “gliene fotte” niente della Lucania. Un vice-ministro, un parlamentare, un sotto-segretario lucano sarebbe da prendere a fischi: ma che ci stai a fare in parlamento? Cosa vai a dire tu al governo? Non parlo solo degli ultimi politici, nessuno per la Lucania ha fatto niente finora, pur rappresentandola. I lucani devono agire da soli e forse contro i propri rappresentanti».

Lei è stato vice-direttore di “Oggi” e direttore di “Gente”. Questo suo occuparsi di storie “oscure” l’ha limitata professionalmente?

«Se tu da giornalista dici che 150 anni fa hanno raso al suolo interi paesi, violentato e rubato, dicendo la verità, sei accusato di spaccare il Paese. Dopo aver scritto i libri ho smesso di essere un giornalista italiano e sono diventato un giornalista meridionale. Riconoscere un’ingiustizia, una perdita di dignità di un popolo o di una persona, è questione di coscienza e di professionalità per un giornalista . Se questo riguarda il Sud, sei terrone».

Il 25 novembre uscirà un suo nuovo libro “Terroni ‘Ndernescional”. Cosa può anticipare?

«C’è un buco nella nostra storiografia ed è la Sardegna. Quest’ultima era la regione più povera ed oppressa d’Italia. Il Piemonte trattò la Sardegna come una colonia. Con l’Unità il Piemonte si limitò ad estendere al Sud conquistato, il metodo che aveva usato in Sardegna. Questo metodo Sardegna, mi ha portato alla Germania Est. Gli analisti europei dicono: paragonare la Germania Est al mezzogiorno d’Italia è un complimento per i tedeschi. Stanno peggio con la differenza che hanno fatto tutte le infrastrutture che negano al sud Italia. La Germania Ovest voleva il territorio che poi ha rispettato, ma non i tedeschi dell’est, tranne se donne, giovani, belle e di alta qualificazione».

Concludiamo. Cosa è per lei la Bellezza?

«La Bellezza è l’armonia delle parti».

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