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MATERA – C’è la speranza di don Vincenzo Di Lecce, parroco della Cattedrale, che si augura che i pezzi del Carro trionfale non diventino merce di scambio a pagamento, e sottolinea il senso della evangelizzazione richiamato nel tema di quest’anno; cè la soddisfazione del Vescovo mons. Ligorio che descrive il messaggio di incontro e condivisione e richiama tutti allo spirito vero della Festa, quello di non lasciare nessuno indietro. C’è il significato di una fase della città che è giunta al suo 50mo anniversario di città mariana.
La presentazione dei bozzetti del Carro trionfale (il vincitore di Andrea Sansone e il secondo classificato di Michelangelo Pentasuglia), nata come conferenza stampa e divenuta quasi festa popolare per l’altissima partecipazione, ha mostrato il volto di una città che negli ultimi anni ha riallacciato il suo rapporto con la sua Patrona e l’ha accompagnata con fede, devozione e convinzione (nonostante le celebrazioni continuino a fermarsi in piazza S. Francesco ormai da nove anni a causa della chiusura della Cattedrale).
L’incontro nel Salone degli Stemmi dell’Episcopio ha lasciato spazio a commenti, ricordi, valutazioni, veri e propri omaggi alle famiglie che hanno fatto la storia della città proprio come quella di Michelangelo Pentasuglia che in 100 anni ha realizzato 49 carri trionfali. E’ questa, in fondo, la Festa della Bruna. Una commistione fra sacro e profano, in cui la storia della comunità incrocia quella della devozione alla Madonna col bambino che viene portata in processione il 2 luglio.
Lo ha ricordato molto bene il presidente del Comitato Mimì Andrisani che nel suo intervento ha ricordato protagonisti, collaboratori, volti e storie di una avventura che ancora oggi lo entusiasma al punto da paragonare la macchina organizzativa del Comitato ad una Ferrari pronta a raggiungere il traguardo dei traguardi.
Riconoscente, Andrisani, anche nei confronti della comunità delle “partite Iva”. Gli imprenditori che hanno sostenuto economicamente la festa che hanno creduto alla sfida, nonostante la crisi.
E le sue parole commosse, convinte hanno trascinato anche il sindaco Salvatore Adduce, il presidente della Provincia Francesco De Giacomo, il presidente della Camera di Commercio Angelo Tortorelli. Tutti hanno parlato di una grande occasione, di un momento collettivo che ritrova anno dopo anno, la freschezza dell’unione di intenti. Il più emozionato? Andrea Sansone che per la terza volta si appresta a lavorare di nuovo con la cartapesta e che spera di instillare queste sensazioni ai materani, a tutti coloro che visiteranno il Carro dal 23 giugno e ai quali spiegherà ogni singolo particolare, ogni scelta cromatica. Accanto a lui, suo figlio. Sansone lo accarezza mentre racconta gli ultimi mesi di studio, di attesa, di fantasie legate al manufatto: «Spero di emozionarvi come è capitato a me – dice mentre gli occhi diventano lucidi.
a.ciervo@luedi.it

 

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