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QUANTO sintetizzato nella pagina Facebook della Polizia Municipale è lo specchio della realtà. “La fine”. Probabilmente di tutto, avventura del presidente Ligrani compresa. Ma prima di aprire processi o ipotizzare scenari  futuri non può sfuggire agli occhi di chi le vicende di questa società le segue da tempo che quel “the end” rappresenta l’ennesimo fallimento di un progetto che in estate era stato spiattellato ai quattro venti come vincente. E’ chiaro, acquisendo un titolo sportivo la Serie A si materializza, ma averla persa sul campo fa un altro effetto pesantissimo. Il fallimento è globale e parte ovviamente da Ligrani e dalla sua intuizione sbagliatissima, di affidarsi a Giuseppe Vetere, il main sponsor Ecosunpower, per andare in Serie A e per risolvere anche problemi pregressi. Il contratto di sponsorizzazione che avrebbe garantito alla Pm di chiudere l’attuale stagione senza perdite, anzi addirittura con la prosepttiva di “resettare” qualche vecchia pendenza,  è stato onorato solo in parte. Attualmente l’esposizone del club si aggira sui 130 mila euro. Alle atlete (di primo livello) e ai tre tecnici (troppi decisamente) sono state corrisposte solo tre mensilità (fino a novembre). Non proprio il massimo per stare sereni. Ma occorre anche mettere bene in risalto che si conoscono squadre che hanno vinto campionati senza grandi possibilità. O anche si sono raggiunti risultati di prestigio senza investimenti e sperando nello stipendio a fine mese. Troppo semplice e comodo – a questi livelli – avere tutto a disposizione, ci vuole anche dell’altro che a Potenza è mancato.
La squadra ha reso molto al di sotto delle sue possibilità. La crisi  poteva essere messa in un angolo del rettangolo di gioco. E invece la Pm ha perso gare imperdibili con Bari, Casal de Pazzi, Tremestieri e Bastia (11 punti in meno). Oggi – nonostante pure l’antipatia provata per chi non ha onorato gli impegni- la Pm era prima lo stesso. E la circostanza è ancora più grave se si pensa che a dicembre le atlete (come la capitana Agola) avevano la possibilità di andarsene e invece sono restate.
Pensiero che ci spinge a dire che hanno scommesso tutti su un cavallo perdente.
Alfonso Pecoraro
QUANTO sintetizzato nella pagina Facebook della Polizia Municipale è lo specchio della realtà. “La fine”. Probabilmente di tutto, avventura del presidente Ligrani compresa. Ma prima di aprire processi o ipotizzare scenari  futuri non può sfuggire agli occhi di chi le vicende di questa società le segue da tempo che quel “the end” rappresenta l’ennesimo fallimento di un progetto che in estate era stato spiattellato ai quattro venti come vincente. E’ chiaro, acquisendo un titolo sportivo la Serie A si materializza, ma averla persa sul campo fa un altro effetto pesantissimo. Il fallimento è globale e parte ovviamente da Ligrani e dalla sua intuizione sbagliatissima, di affidarsi a Giuseppe Vetere, il main sponsor Ecosunpower, per andare in Serie A e per risolvere anche problemi pregressi. Il contratto di sponsorizzazione che avrebbe garantito alla Pm di chiudere l’attuale stagione senza perdite, anzi addirittura con la prosepttiva di “resettare” qualche vecchia pendenza,  è stato onorato solo in parte. Attualmente l’esposizone del club si aggira sui 130 mila euro. Alle atlete (di primo livello) e ai tre tecnici (troppi decisamente) sono state corrisposte solo tre mensilità (fino a novembre). Non proprio il massimo per stare sereni. Ma occorre anche mettere bene in risalto che si conoscono squadre che hanno vinto campionati senza grandi possibilità. O anche si sono raggiunti risultati di prestigio senza investimenti e sperando nello stipendio a fine mese. Troppo semplice e comodo – a questi livelli – avere tutto a disposizione, ci vuole anche dell’altro che a Potenza è mancato.La squadra ha reso molto al di sotto delle sue possibilità. La crisi  poteva essere messa in un angolo del rettangolo di gioco. E invece la Pm ha perso gare imperdibili con Bari, Casal de Pazzi, Tremestieri e Bastia (11 punti in meno). Oggi – nonostante pure l’antipatia provata per chi non ha onorato gli impegni- la Pm era prima lo stesso. E la circostanza è ancora più grave se si pensa che a dicembre le atlete (come la capitana Agola) avevano la possibilità di andarsene e invece sono restate.Pensiero che ci spinge a dire che hanno scommesso tutti su un cavallo perdente.

 

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