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PILLASTRINI può rassicurarsi, i suoi uomini difficilmente stasera scenderanno in campo “tranquilli”. Inteso che la “tranquillità” che il tecnico della Pms teme e ha voluto scongiurare nelle dichiarazioni della vigilia è quella negativa, quella che potrebbe far correre il rischio a Evangelisti e compagni di prendere sottogamba la trasferta materana. Visto che si parte da 2-0. Un pericolo che però non sussiste, avendo bene in mente gli uomini della Pms cosa hanno vissuto quando sono già passati dalla città dei Sassi. Era il 30 dicembre scorso e una Bawer stellare costrinse i gialloblu a un bagno di umiltà, probabilmente tornato molto utile nella corsa al vertice di Torino. Da quel momento in poi, infatti, l’unico periodo davvero negativo la Manital l’ha vissuto di ritorno dalla Final Four di Cecina, quando ormai il primato era pratica chiusa. Ma nell’ultima domenica del 2012 Pillastrini ha scoperto sulla propria pelle quanto la Bawer possa far male alla sua corazzata, nonostante rotazioni più corte, nonostante un complessivo miss match tecnico e fisico che sarebbe ipocrita negare. Ma lo sport non è una scienza esatta.
Quella sfida nel girone d’andata finì 81-69 per i biancazzurri, protagonisti di un clamoroso 14/24 da 3 ma anche di un capolavoro tattico di Benedetto, che alternando di continuo le difese e proponendo cambi sistematici riuscì ad anestetizzare il potenziale offensivo della capolista. In quell’occasione – è stata una serata di particolare grazia, ovviamente – Matera è andata in doppia cifra con tutto il suo quintetto. Una situazione assai differente rispetto ai primi due atti di questa finale, in cui Matera ha portato sopra i dieci punti soltanto tre giocatori. In gara uno Vico (19), Iannuzzi (15) e Vitale (16). In gara due Rezzano (22), Vitale (11) e Cantone (12). 
L’impatto inevitabilmente minore della panchina impone alla Bawer di dover trarre il massimo dai suoi cinque elementi di riferimento, non avendo la possibilità di buttare in campo un fattore determinante come si è rivelato Parente in gara 2 per la Pms, decisivo nella rimonta sul -13. Ma Samoggia, Cozzoli e Grappasonni comunque possono dare di più rispetto a quanto messo in mostra al palaRuffini. Gara 2 ha anche segnato il momento di maggiore difficoltà per Antonio Iannuzzi vicino al canestro nel duello con Wojciechovski. Il polacco è stato a tratti dominante. Ma il gap in valore assoluto tra il pivot della Bawer e il suo avversario non è quello che si è visto martedì sera, come hanno dimostrato gli incroci precedenti. La Pms dovrà suderà, difficile immaginare una partita scontata.  Una squadra così forte, costruita per vincere, vive delle sue certezze che ne alimentano la sicurezza e si traducono in automatismi.  Pillastrini ha tra le mani un ingranaggio perfetto che però, qualche volta, comunque si è inceppato. A Matera è già successo, proprio su quel parquet, e sull’hard disk di Torino ne sono rimaste le tracce. All’uscita dal tunnel degli spogliatoi la Pms avrà in mente il ricordo di quel 30 dicembre. E sarà tutt’altro che tranquilla, per la gioia del suo coach. 

Twitter @pietroscogna

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