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ARCHIVIATA la festa promozione, che vedrà la sua appendice domenica in casa contro il Moliterno, è già il momento di tuffarsi nel futuro. Occhinegro e Grignetti hanno dichiarato di essere già operativi da un paio di mesi nella programmazione della serie D. Se così fosse, a breve dovrebbero maturare i primi frutti. Ciò che conta in questa fase è mettere in evidenza quali e quante siano le differenze rispetto a due anni fa, quando nel salto in D dell’Atletico Potenza (una grande occasione sprecata) si potevano già ravvisare le avvisaglie di un celere fallimento. E non parliamo solo del seguito dei tifosi, all’epoca assente, oggi in piena rinascita. I tifosi danno lustro e sostegno a una società, ma non vincono i campionati e (soprattutto) non garantiscono solidità dei bilanci a lungo termine. La riforma dei campionati ha regalato a Potenza un doppio salto di categoria da valorizzare e non disperdere. A patto di dimostrare che il recente passato ha insegnato qualcosa. 
LE ISTITUZIONI L’attuale società del Potenza dovrà confrontarsi a inizio estate con una nuova amministrazione comunale, destinata a rimanere in carica per cinque anni. Chiunque dovesse insediarsi a piazza Matteotti, potrebbe intelligentemente cavalcare il rinnovato entusiasmo intorno ai colori rossoblù. Non si parla di contributi pubblici, ovviamente, ma di possibili forme di concessione dello stadio che consentano un minimo di patrimonializzazione a chi lo gestisce. Nei limiti di quanto prevede la legge, Occhinegro e Grignetti potrebbero farsi venire qualche buona idea. Nemmeno un anno fa ci provò Luciano Gioia, per qualche mese presidente del Città di Potenza. Rimase scottato, ma il tema può tornare d’attualità.
IL MARCHIO Un argomento che invece dovrebbe rimanere chiuso nel cassetto è quello riguardante il logo. Secondo quanto stabilito dalle Noif, la società provvederà a cambiare denominazione rimuovendo l’aggettivo “Rossoblù”. Sarà solo Potenza, con il Leone sullo stemma. A scanso di equivoci già sorti in passato, che hanno visto impantanarsi sia la tifoseria che passate gestioni societarie, giova ricordare che il brand “Potenza Sport Club” non ha alcun valore economico nè legame formale con la storia del calcio potentino, quindi va lasciato tranquillamente sulle maglie di chi lo indossa (una squadra di Terza Categoria) e nelle mani di chi l’ha depositato alla Camera di Commercio qualche anno fa. Senza sedersi a trattare. 
PANCHINA AUTOREVOLE Occhinegro l’ha precisato proprio a Pietragalla. Si ragionerà sulla possibile conferma di Camelia ma, in ogni caso, non arriveranno allenatori che portano sponsor più o meno indiretti. “E’ un’ipotesi che non ci riguarda”. L’imprenditore tarantino ha così centrato uno snodo cruciale, proprio pensando a quanto successo con l’Atletico. Nel caso si decidesse di prendere un nuovo allenatore per la D, bisogna tener presente che risiedono a Potenza due dei tecnici più stimati per la categoria: parliamo di Ranko Lazic e Mimmo Giacomarro. Non è pubblicità perchè si tratta di professionisti che non ne hanno bisogno, ma se il Potenza dovesse muoversi sulle tracce di allenatori di questo spessore darebbe già un segnale forte di voler fare le cose perbene. 
LA SQUADRA  Parlando di coefficiente tecnico dei campionati, quello dall’Eccellenza lucana alla D è un salto triplo. Ma la congiuntura per questo Potenza è favorevole, perchè più di qualche elemento della squadra attuale può essere confermato. Scontato parlare di Lolaico, c’è curiosità di pesare quanto possano valere al piano di sopra i 33 gol realizzati da Murano sui campi di Basilicata. Vukcevic da centrale difensivo una chance in D la merità, così come possono tornare assai utili alcuni under già in organico, considerando l’obbligo di schierare in campo un ’94, due ’95 e un ’96. Parliamo del portiere Cornacchia e degli esterni difensivi Lucia e Di Lucchio, quest’ultimo assai quotato. 

 

Archiviata la festa promozione, che vedrà la sua appendice domenica in casa contro il Moliterno, è già il momento di tuffarsi nel futuro. Occhinegro e Grignetti hanno dichiarato di essere operativi da un paio di mesi nella programmazione della serie D. Se così fosse, a breve dovrebbero maturare i primi frutti. Ciò che conta in questa fase è mettere in evidenza quali e quante siano le differenze rispetto a due anni fa, quando nel salto in D dell’Atletico Potenza (una grande occasione sprecata) si potevano già ravvisare le avvisaglie di un rapido fallimento. E non parliamo solo del seguito dei tifosi, all’epoca assenti, oggi in nuovo fermento. I tifosi danno lustro e sostegno a una società, ma non vincono i campionati e (soprattutto) non garantiscono solidità dei bilanci a lungo termine. La riforma dei campionati ha regalato al Potenza un doppio salto di categoria da valorizzare e non disperdere. A patto di dimostrare, però, che il recente passato abbia insegnato qualcosa. 

LE ISTITUZIONI L’attuale società del Potenza dovrà confrontarsi a inizio estate con una nuova amministrazione comunale, destinata a rimanere in carica per cinque anni. Chiunque dovesse insediarsi a piazza Matteotti, potrebbe intelligentemente cavalcare il rinnovato entusiasmo intorno ai colori rossoblù. Non si parla di contributi pubblici, ovviamente, ma di possibili forme di concessione dello stadio che consentano un minimo di patrimonializzazione a chi lo gestisce. Nei limiti di quanto prevede la legge, Occhinegro e Grignetti potrebbero farsi venire qualche buona idea. Nemmeno un anno fa ci provò Luciano Gioia, per qualche mese presidente del Città di Potenza. Rimase scottato, ma il tema può tornare d’attualità.

IL MARCHIO Un argomento che invece dovrebbe rimanere chiuso nel cassetto è quello riguardante il logo. Secondo quanto stabilito dalle Noif, la società provvederà a cambiare denominazione rimuovendo l’aggettivo “Rossoblù”. Sarà solo Potenza, con il leone sullo stemma. A scanso di equivoci per fortuna superati, che hanno visto impantanarsi sia la tifoseria che passate gestioni societarie, giova ricordare che il brand “Potenza Sport Club” nelle sue articolazioni non ha alcun valore economico nè legame formale con la storia del calcio potentino, quindi va lasciato tranquillamente sulle maglie di chi lo indossa (una squadra di Terza Categoria) e nelle mani di chi l’ha depositato alla Camera di Commercio qualche anno fa. Senza sedersi a trattare. 

PANCHINA AUTOREVOLE Occhinegro l’ha precisato proprio a Pietragalla. Si ragionerà sulla possibile conferma di Camelia ma, in ogni caso, non arriveranno allenatori che portano sponsor più o meno indiretti. «E’ un’ipotesi che non ci riguarda». L’imprenditore tarantino ha così centrato uno snodo cruciale, proprio pensando a quanto successo con l’Atletico. Nel caso si decidesse di prendere un nuovo allenatore per la D, bisogna tener presente che risiedono a Potenza due dei tecnici più stimati per la categoria: parliamo di Ranko Lazic e Mimmo Giacomarro. Non è pubblicità perchè si tratta di professionisti che non ne hanno bisogno, ma se il Potenza dovesse muoversi sulle tracce di allenatori di questo spessore darebbe già un segnale forte di voler fare le cose perbene. 

LA SQUADRA Parlando di coefficiente tecnico dei campionati, quello dall’Eccellenza lucana alla D è un salto triplo. Ma la congiuntura per questo Potenza è favorevole, perchè più di qualche elemento della squadra attuale può essere confermato. Scontato parlare di Lolaico, c’è curiosità di pesare quanto possano valere al piano di sopra i 33 gol realizzati da Murano sui campi di Basilicata. Vukcevic da centrale difensivo una chance in D la merità, così come possono tornare assai utili alcuni under già in organico, considerando l’obbligo di schierare in campo un ’94, due ’95 e un ’96. Parliamo del portiere Cornacchia e degli esterni difensivi Lucia e Di Lucchio, quest’ultimo già finito sul taccuino di qualche talent scout. Occhio anche ai potentini di possibile ritorno: Donato Marra, centrocampista di qualità, sta disputando un grande campionato a Terracina lottando per la promozione in Lega Pro. A Francavilla, proprio sotto le sapienti mani di Lazic, sta crescendo a vista d’occhio Gianmarco Lancellotti (classe ’95), utilizzabile sia da mezz’ala che da jolly sulla trequarti. Questa volta anche il calciomercato non partirebbe da zero. 

Twitter @pietroscogna

 

 

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