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SI sono scritte e, soprattutto, fatte diverse cose per il Potenza in questi giorni. Probabilmente è utile fare un riassunto e cercare di capirne di più in una fase cruciale per la determinazione delle scelte future.
Non possiamo non partire da un assioma che, per lo meno, dovrebbe rendere tutti quanti più tranquilli: tanto Grignetti, quanto Occhinegro pensano al bene del Potenza. Lo stanno facendo, però, da posizioni distanti se non addirittura diametralmente opposte, con una chiarissima interpretazione che non lascia adito a dubbi: non si sopportano più. Non certo il modo migliore per programmare il ritorno in Serie D. 
Occhinegro può anche divertirsi ad etichettare i giornalisti come professionisti del disfattismo, abili ad alimentare la macchina del fango, ma non potrà mai negare che se il suo interlocutore, punto di riferimento del Potenza, ossia Grignetti, si guarda attorno stabilendo intese con altri gruppi (Chiaradia-Notaristefani), contattando un allenatore (Giacomarro) e pensando già a progetti più ampi (allargamento territoriale della base societaria), potendosi permettere anche di lanciare ultimatum (“metta i soldi sul tavolo entro venerdì”), qualcosa non quadra. Grignetti non si fida. Dall’altra parte, Occhinegro, fregandosene altamente di cosa pensasse Grignetti, ha già chiamato allenatore (Sisto), direttore dell’area tecnica (Materazzi), pur non avendoli ufficializzati. Stando a quanto lui stesso ha ribadito, operazione legittima per via di un verbale di assemblea (che ci ha fatto spedire via mail) dal quale si evincono le dimissioni di Grignetti e la composizione di un nuovo direttivo. 
Era novembre 2013, ma da quella data, oppone Grignetti, sembrerebbe che nessuno si sia preso la briga di rinnovare il libro dei soci. Per cui Grignetti, pur dimessosi, resterebbe il titolare dell’Asd e, dinanzi – diciamo così – alla sfiducia che nutre nella controparte, ha pensato di mettersi in moto per cambiare interlocutore. Sostanzialmente si è capito che il valore monetario del suo 40% Grignetti lo ha già pronto, attende che Occhinegro perfezioni il suo 60 con titoli a garanzia e che, soprattutto, si realizzi la srl. 
Cosa, quest’ultima, che Occhinegro non pensa proprio di fare. Le posizioni restano distanti e siamo certi che la querelle non finirà qui: Grignetti, se fosse vera la sua tesi, avrebbe potuto benissimo ignorare Occhinegro e le sue mosse, ed invece è andato a proporre il suo piano a casa del tarantino. Quest’ultimo, se fosse vera la sua tesi, di fronte a voci e mosse di Grignetti avrebbe fatto bene a chiarire, mostrando i veri titoli per i quali si ritiene padrone del Potenza. Non è accaduto nulla di tutto questo, entrambi vanno avanti con le proprie idee e la partita del Potenza si gioca su due tavoli differenti, su due strade parallele destinate a non incontrarsi mai. Per quello che conta: fondamentale non dimenticare che c’è di mezzo, ancora una volta, il Potenza e non è tollerabile che qualcuno continui a prendersene gioco sfidando pure la pazienza di chi pretende solo che si faccia subito chiarezza.
Twitter @alpecoraro

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