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IL viale che si distende all’arrivo è lungo e pieno di vita. Bernalda, questo piccolo centro del metapontino, a pochi passi da Matera e dai suoi Sassi, è il paese che ha cullato e visto nascere nascere il giovane Simone Zaza. Osannato da tutti per il suo talento calcistico, per aver risposto presente alla chiamata di Antonio Conte, Zaza è proprio tra Bernalda e Metaponto, una frazione del centro lucano, che dà i primi calci al pallone.

Ed è proprio a Bernalda che il bomber spesso torna, dove ancora gli amici di sempre lo aspettano per una serata al pub Monmart o allo Sciumèk, il cafè frequentato da Sofia e Roman Coppola, quando sono lì, a casa loro.

Parte da qui, da questo pezzo di Sud, la storia dell’uomo del momento. Il talento indiscusso di Simone Zaza, che dalla Basilicata prova a vincere la sua sfida. Cresciuto nella Stella Azzurra di Bernalda, è stato lo stadio comunale Michele Lorusso il suo primo teatro. Ma il suo talento era destinato ad un palcoscenico più grande

La sua carriera è ormai nota, soprattutto ai suoi amici di sempre che d’estate aspettano e festeggiano l’arrivo di Simone. Non la star e nemmeno il campione, ma l’amico fraterno, quello con cui parlare in spiaggia della vita di tutti i giorni. Come fa Francis Ford Coppola, che a Bernalda torna e ci resta per brevi periodi, al riparo dai riflettori, microfoni e telecamere.

Forse è proprio qui il “segreto” di Simone Zaza, nell’aver conservato questo modo di vivere la vita come tutti i lucani. Sinisgalli, nella sua opera “Il ritratto di Scipione e altri racconti”, ci descrisse così: “Girano tanti lucani per il mondo, ma nessuno li vede, non sono esibizionisti. Il lucano, più di ogni altro popolo, vive bene all’ombra. Dove arriva fa il nido, non mette in subbuglio il vicinato con le minacce e neppure i “mumciupì” con le rivendicazioni. È di poche parole. […] Il Lucano non si consola mai di quello che ha fatto, non gli basta mai quello che fa. Il lucano è perseguitato dal demone della insoddisfazione.”

Chiedersi “Da dove spunta fuori questo Zaza?”, è una domanda che meriterebbe più di una risposta. Ma se siete davvero curiosi, prendete un treno e scendete a Sud, in Basilicata. Capirete molto del talento di Simone e dei tanti che provano a farcela. Nonostante tutto, nonostante tutti. Una volta qui, e prima di innamorarvi di Matera, fate un giro lungo il viale che attraversa Bernalda.

Magari vi ritroverete a bere un caffè con Wes Anderson e Christopher Lloyd, oppure con Giuseppe Marco Albano, Dino Paradiso, Angelo Troiano o con la Krikka Reggae. Fatelo, e capirete molto di lui, di noi, e di quelli, come lui, che hanno preso un treno al contrario. Per rincorrere un sogno, salire su un palco più grande, ma rimanendo fedeli a sé stessi, ai valori che la terra in cui nasci ti innesta nel dna come un marchio di fabbrica.

Le radici di questa storia sono piantate a Sud, a conferma che un altro Mezzogiorno non solo è possibile, ma c’è già e fa battere i cuori e le mani di tutta l’Italia. Superando semplificazioni giornalistiche e cattive abitudini linguistiche. Perché la storia di Simone Zaza è la storia di tutti noi che siamo qui. Di ReStartSud.

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