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E’ un pari giusto quello del Viviani tra Potenza e Gallipoli. Dopo una partita giocata a ritmi intensissimi, emerge il quadro chiaro di quelli che sono i pregi e i difetti della squadra di Giacomarro. Il Potenza dei primi venti minuti è bello ma anche vanitoso. Reclama per un rigore non concesso su Bartolini, sfiora il gol ma sulla trequarti si perde sempre in un passaggio di troppo. Mentre i rossoblù si specchiano nelle loro trame di qualità, un Gallipoli concretissimo per tre volte dà lezione di ripartenza veloce, trovando il gol con il tocco di Presicce a due passi dalla porta, assist da destra di Legari. Palla rubata, ribaltamento e taglio dell’attaccante: da manuale del 4-3-3. 
Nel suo momento migliore il Gallipoli dà la sensazione di poter fare davvero male ai rossoblù, che riescono però ad arrivare all’intervallo limitando i danni. Nel secondo tempo inizia un’altra storia, frutto delle letture dei due allenatori. Volturo rinuncia praticamente a giocare e lascia un solo attaccante davanti, rafforzando gli ormeggi in difesa e a centrocampo. Il Gallipoli lascia al Potenza il controllo della partita e Giacomarro capisce di dover uscire dal solito copione, per non risultare prevedibile. Dentro Surmiak e Catanese per un 4-4-2 che proietta quattro attaccanti a ridosso dell’area avversaria, dove il Gallipoli resta schiacciato. Il pareggio di Palumbo è una giocata luccicante, che arriva proprio da un’idea del polacco. 
RIMPIANTI Il dominio nel secondo tempo fa pensare a quello che poteva essere e non è stato. Pur costruito per il 3-5-2, il Potenza ha sempre più bisogno di sorprendere avversari che ormai ne conoscono a memoria le giocate. Con più uomini sulla linea d’attacco le occasioni arrivano a grappoli: prima di trovare il gol Palumbo lo sfiora in almeno tre occasioni, ostacolato solo dalla bravura del portiere salentino e da un rimbalzo irregolare del pallone che lo fa sparare altissimo da posizione favorevole (70’). Un colpo di testa perfetto di Bartolini viene fermato solo dalla collaborazione di portiere e traversa. Se la partita fosse durata altri dieci minuti, la quota per un gol dei rossoblù si sarebbe drasticamente abbassata. 
LEZIOSISMI E DISTRAZIONI Il problema è che sprecare energie per la rimonta fa perdere lucidità. Nei primi venti minuti il Potenza reclama per un rigore su Bartolini e sfiora il gol dalla distanza con Viola e l’ottimo debuttante Vaccaro. Ma è da correggere la tendenza a voler entrare in porta con il pallone, esagerando con il possesso sulla trequarti anche quando ci sarebbero possibilità di tiro. Così si rischia di sbagliare anche qualche passaggio di troppo, specie se Cianni non è in vena. Su ogni palla persa dei rossoblù il Gallipoli ha creato ripartenze pericolose ed efficaci, arrivando tre volte (gol compreso) a tu per tu con Patania. Nei suoi peggiori venti minuti il Potenza ha rischiato la frittata. Per diventare grandi davvero manca ancora un po’ di cinismo, quello che ti fa vincere e chiudere le partite anche giocando male.
POTENZA (3-5-2) Patania 6; Lolaico 5.5 (20’st Catanese 6.5), Sicignano 5.5, Melis 6; Basso 6.5, Viola 6.5 (34’ Di Senso 5), Cianni 5, Vaccaro 6.5 (9’st Surmiak 6.5), Barillari 5; Palumbo 7, Bartolini 6. A disp. Napoli, Di Lucchio, Foscolo, Lacidogna, Marini, Savoia. All. Giacomarro
GALLIPOLI (4-3-3) Costantino 7; Stranieri 6, Cornacchia 6, Casalino 5.5, Rotunno 6; Legari 6.5, Zaminga 6.5, Puglia 5.5 (13’st Sportillo 5.5) ; Negro M. 6 (12’ Mariano 6), Negro G. 6.5, Presicce 6.5. A disp. Passaseo, Alessandrì, Solidoro, Gigante, Filoni, Levanto. All. Volturo
ARBITRO Gualtieri di Asti (Galluccio – Pallini)
RETI 37’ Presicce, 28’st Palumbo
NOTE ammoniti: Cornacchia, Stranieri, Zaminga, Rotunno, Palumbo, Melis. Angoli: 5-2. Recupero: 1’pt, 4’st. 

 

Twitter @pietroscogna

 

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