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Presidente, come ha convinto Jeda ad accettare Potenza?
«Mettendo sul tavolo argomenti solidi e facendogli capire che si trova tra persone perbene. L’ho accompagnato personalmente all’aeroporto e siamo stati insieme fino alle due di notte nel giorno della firma. E’ integro e motivato».

Qualcuno ha storto il naso guardando ai 36 anni del brasiliano. E’ un’operazione di immagine?
«No, è un’operazione di grande profilo tecnico che ci dà una mano anche per l’immagine. Ho visto che i giornali nazionali hanno parlato di noi. In ogni caso siamo sulle tracce di altri due attaccanti importanti».

Quali gli obiettivi, nell’immediato, di questa società?
«Ribadisco quanto detto in sede di presentazione. Puntiamo a un torneo di medio-alta classifica, non a vincere perché il ritardo con cui siamo partiti non ce lo consente. Ovviamente il calcio non è una scienza esatta: se a dicembre dovessimo trovarci a lottare per il vertice saremo pronti a valutare uno sforzo ulteriore. Ma vediamo anche come risponde la città».

Fino a oggi che riscontri ha avuto?
«Sto scoprendo una città che vive di calcio sette giorni su sette, in un clima comunque più tranquillo rispetto a quello che ho lasciato a Cava. Ma ad oggi, a eccezione degli amici dell’ente fiera, nessuno ha bussato alla nostra porta per presentarsi e proporci una collaborazione. Ribadisco in questa sede che siamo apertissimi alle forze della città, a patto che mostrino la stessa concretezza che abbiamo avuto noi nel chiudere la trattativa con Notaristefani».

La stagione tormentata di Cava ha lasciato strascichi? Ha incontrato diffidenza nelle trattative da parte dei giocatori?
«Chi si è venuto a sedere al mio tavolo sa come sono andate realmente le cose a Cava. E hanno accettato le proposte del Potenza in quanto solide e concrete. Altrimenti sarebbero andati altrove».

Twitter @pietroscogna

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