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IL PALLONE è stato forato. Ad avere in mano l’ago che di fatto ha sgonfiato i sogni di promozione di cinque club lucani sono i vertici del calcio nazionale.
Ieri pomeriggio è arrivata, infatti, la notizia che la Basilicata, come Friuli Venezia Giulia ed Umbria, non ripartirà con il campionato di Eccellenza. Il motivo? Non è stata accettata la richiesta di deroga. Cinque squadre per la Figc nazionale non sono sufficienti per ripartire. Quindi la Basilicata non scenderà in campo con le sue cinque squadre (Grumentum Matera, Montescaglioso, Melfi, Ripacandida e Castelluccio) e non avrà diritto ad alcuna promozione per il prossimo campionato di Serie D.

IL CR BASILICATA – Appresa la notizia abbiamo subito provato a contattare i vertici del Comitato Regionale Figc di Basilicata per raccogliere un commento, una reazione. Questi hanno preferito non rilasciare alcuna dichiarazione, rimandando ai prossimi giorni ogni commento in merito. Per quanto ci è dato sapere, nessuna dichiarazione ufficiale è stata rilasciata anche perchè il presidente e il direttivo lucano proverà a giocarsi nelle prossime ore il tutto per tutto, come se ci fossero dei tempi supplementari. Infatti questa decisione deve essere ratificata lunedì dal Coni, quindi nelle prossime ore si proverà a coinvolgere un paio di società per raggiungere il numero di sette club (tante quante sono quelle dell’Abruzzo che ha avuto la deroga) e provare a cambiare la decisione della Figc nazionale.

In tutto ciò, c’è una scuola di pensiero che riporterebbe l’accaduto a questioni della politica del pallone. “Malelingue” (ma il tutto va pur sempre dimostrato) farebbero capire che dietro al diniego della deroga per la Basilicata ci sarebbe l’appoggio verso Sibilia alle ultime elezioni nazionali della Figc. Tutti ricorderanno, infatti, la presenza del presidente della Lnd a Tito nel giorno dello svolgimento delle elezioni regionali della Basilicata, nelle quali avvenne la riconferma di Rinaldi. Ma questa è comunque una questione di “fanta politica”.

L’AUTOGOL CALABRESE – Una soluzione il CR Basilicata l’aveva trovata: fondersi con la Calabria. Solo che questa fusione avrebbe garantito una sola promozione, alla prima classificata. I cinque club lucani però hanno espresso diniego se non fosse stata garanti la promozione ad una lucana. E così è stato. Le strade delle due regioni si sono divise, ma la Calabria ha ricevuto la deroga a giocare con otto formazioni e la Basilicata no.

LA POSIZIONE DI PETRAGLIA – Il presidente del Grumentum Matera, Antonio Petraglia ieri sera è intervenuto a Cross: «Abbiamo visto delle decisioni a dir poche cervellotiche. Come si fa a far ripartire l’Abruzzo con sette squadre su venti con la motivazione di aver giocato otto giornate di campionato? Se la Figc decide di fare una deroga, che la stessa valga anche da noi. In proporzione noi saremmo cinque su sedici, perché non dovremmo ripartire? In Molise ne ripartono dodici su sedici, non penso che siano tutti irresponsabili. Noi del Grumentum abbiamo subito una retrocessione a tavolino l’anno scorso in maniera strana, ora non ripartiamo, è una grossa mazzata.

Volevamo giocare anche in Calabria, ma per senso di solidarietà con le altre lucane ho condiviso la linea A della compattezza, sopratutto per rimanere nel perimetro della nostra regione in relazione della pandemia. Abbiamo bisogno di giocare anche per poter fruire di un ripescaggio dalla cui graduatoria saremmo esclusi se non giochiamo. Ora ci muoveremo a livello istituzionale col presidente Rinaldi per poter far ricredere la FIGC, siamo convinti di poter giocare anche in cinque per diritto ad avere un posto in Serie D com’è giusto che sia come regione. Se non sarà possibile questo chiederemo singolarmente di poter scendere in campo in Campania o in Puglia. E’ un diritto che ci spetta».

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