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di Andrea Di Consoli

Onorevole Pagliuca, il Pdl continua a non imporsi come governo in Basilicata. Come mai? E’ un problema legato alla lentezza dei processi sociale ed economici lucani? E c’è secondo lei una barriera antropologica da parte dei lucani nell’aderire a un movimento politico così liberista e dinamico, i cui valori sono in antitesi a comportamenti radicati quali l’attendismo, l’assistenzialismo, il piagnisteo, ecc.?
Devo dire che più che un problema legato all’uomo o alla sua cultura, è un problema legato al territorio, un territorio dove si comunica peggio che altrove. E’ la disgregazione di questa piccola massa di popolazione a rappresentare il vero problema. Le comunità sono molto piccole, e molto spesso frantumate in borghi o in sobborghi, in contrade, in campagne, e quindi questa frantumazione incide molto sulla formazione di una pubblica opinione, e affinché le nuove idee si facciano strada. Sì, i mezzi di comunicazione in Basilicata sono un problema. Abbiamo un’unica tv regionale e ci sono intere aree che non ricevono ancora il segnale. Le tv locali ci sono, ma sono piccole entità che lavorano su base territoriale, e quindi non c’è diffusione dell’informazione. Gli stessi giornali svolgono la loro opera facendo i conti con le ristrettezze dell’economia della nostra regione.
Sì, però perdere sul versante della comunicazione è una chiara debolezza politica. Vuol dire che non avete la forza necessaria per far passare un messaggio di opposizione forte e di alternativa politica.
Su questo c’è tutta la responsabilità della politica attuale. La politica non sta spingendo verso la libertà economica. La politica ha solo spinto verso il clientelismo, verso la formazione del consenso. Questo è il nodo centrale. Il problema perciò è far passare un messaggio alternativo, ma è chiaro che in una situazione di così forte predominanza della spesa clientele, il cittadino è portato a dire che tra l’incerto e il certo preferisce il certo. Invece dobbiamo far capire che è necessaria una discontinuità, e per fare questo dobbiamo utilizzare in tutti i modi possibili le nuove tecnologie, internet in primis, e poi le televisioni.
E crede di poterlo fare con il Tgr Basilicata? A proposito, come valuta gli anni di Renato Cantore alla guida della Rai di Basilicata?
Se posso esprimermi con chiarezza, quello che è stato fatto in passato a me non ha convinto fino in fondo. Perché la politica è stata messa al bando nella linea editoriale del Tgr Basilicata. Io in cinque anni di opposizione credo di aver ricevuto non più di due interviste. Ed essendo il leader dell’opposizione sarebbe stato utile, sul singolo provvedimento, sentire anche il parere di chi ha fatto opposizione.
Opposizione, parola magica. Onorevole Pagliuca, prendiamo il toro per le corna. Sono in tanti a pensare che voi del Pdl abbiate fatto e facciate un’opposizione all’acqua di rose. Altri, ancora più duri, sostengono che siete addirittura organici a un disegno di spartizione di tipo consociativistico. Mi convinca del contrario.
Io rigetto totalmente questo messaggio! Ed è uno dei motivi per cui mi arrabbio con le persone. L’assenza di informazione fa sì che la gente non ci veda, non sappia del nostro lavoro. In consiglio regionale, su tutti gli atti fondamentali, c’è stata un’opposizione fortissima, altro che consociativismo! Abbiamo fatto anche opposizione dura, ricorrendo al Tar, ottenendo anche delle vittorie. Non c’è un solo atto sul quale non abbiamo fatto opposizione. Credo che ci sia un problema serio legato alla comunicazione. Una visione d’insieme sul fatto che noi rappresentiamo l’alternativa non viene percepita dall’elettorato. Molto spesso mi sono trovato in consiglio a battagliare fino a tarda notte, e di aver “bucato” il giornale perché non ho avuto il tempo di scrivere il mio comunicato stampa.
Diciamo che il comunicato stampa potrebbe anche scriverlo un suo collaboratore…
Non passa niente di quello che facciamo! Se io per due volte ho occupato l’aula del consiglio regionale, e abbiamo fatto occupazione notte e giorno, questo non passa come elemento straordinario. Se poi grazie a questa occupazione riusciamo a portare a casa la quinta commissione di controllo, perché nessuno lo sottolinea? Con questa commissione di garanzia abbiamo fatto le pulci alla maggioranza riguardo al patrimonio della regione, evidenziando che non c’è nemmeno l’inventario dei beni regionali, oltre a non esserci un progetto della gestione del patrimonio edile e forestale.
Va bene, è un problema di mezzi di comunicazione.
Sì, c’è un problema di comunicazione. Io credo che ci sia un problema di sproporzione tra opposizione fatta e opposizione percepita dalla gente.
Onorevole Pagliuca, a dirla tutta c’è pure qualcuno che maligna dicendo che lei abbia ricevuto finanziamenti dalla Regione. Corrisponde a verità?
Ho sempre vissuto del mio lavoro. E’ dal 1985 che faccio il professionista, e in 25 anni, complessivamente, come società, abbiamo fatto una sola pratica con la Regione Basilicata, ottenendo un contributo di soli 30.000 euro, e però abbiamo dato lavoro in pianta stabile, a Melfi, a 6 persone. Da quando faccio il politico ho lasciato che le mie attività fossero svolte da altri. Sono diventato socio di capitale.
Un altro tema dove l’atteggiamento del Pdl lucano è stato fioco e fiacco è quello della giustizia. Ma come! In Italia Silvio Berlusconi ha fatto della questione giudiziaria uno dei temi principali della sua politica, e il Pdl lucano non ha sollevato neanche una protesta sullo scempio giudiziario che è stato fatto da alcuni magistrati alla ricerca di “colpi grossi” a livello mediatico? Il silenzio del Pdl su questo tema è stato pesante, ne conviene?
Su queste questioni abbiamo sempre sostenuto che la magistratura doveva fare il suo corso. Sia su “Jena 2” sia su “Marinagri” abbiamo cercato di capire la magistratura cosa stesse facendo. Onestamente non so proprio cosa avremmo potuto fare in corso d’indagine.
Insomma, il Pdl lucano vede nell’operato di De Magistris in Basilicata qualcosa da osservare e basta, magari con fiducia.
La vicenda De Magistris è un questione che oggi va letta alla luce di quello che sta succedendo. Ritengo che aver bloccato un’opera come quella, se questo è l’esito, sia stato un danno per la Basilicata. Nel momento però in cui l’indagine era in corso la prudenza era d’obbligo.
Devo dedurre che in qualche modo lei crede alla teoria del “comitato di affari” in Basilicata.
Io non sono un poliziotto di quartiere capace di sapere se c’è corruzione. Invece posso accusare un abuso della spesa pubblica, perché fare assistenzialismo, utilizzare la spesa per ottenere vantaggi politici, ecco, tutto questo è da censurare. Registro che c’è una sistematica utilizzazione della spesa pubblica per fare consenso.
Ma girano le mazzette oppure no?
Io, se sapessi di mazzette o di tangenti, andrei a denunciarlo immediatamente alla magistratura. Ma attualmente non so niente di queste cose.
Cambiamo argomento. Parliamo di Matera, del naufragio della giunta capeggiata dall’avvocato Nicola Buccico. Come legge questa triste vicenda in casa Pdl, sulla quale avevate fondato la speranza revanscista?
A Matera succede che il Pdl fa un accordo programmatico al secondo turno con delle liste civiche che hanno il 26% del consenso, cioè parliamo di forze che sono capaci di condizionare l’intero progetto politico. Io sono convinto che la politica si faccia con i partiti, con adesioni forti a valori condivisi. Sono molto dispiaciuto di quel che è accaduto a Matera, ma mi convinco sempre di più che le coalizioni debbano sì unirsi sui programmi, ma anche su una lungimiranza valoriale.
E saprete utilizzare al meglio Nicola Buccico in questa fase regionale?
Sicuramente Nicola Buccico è una risorsa del Pdl lucano. Io sono convinto che Buccico saprà mettersi al servizio di un progetto che sappia mettere in campo una seria alternativa politica in Basilicata.
A che punto è arrivato invece il melodramma tra il Pdl e Navazio, sindaco di Melfi?
Il caso di Navazio è totalmente diverso da quello di Buccico. Parliamo di una persona che proviene dal partito socialista, e che realizza con me, nel 1997, un accordo politico programmatico che ha funzionato per 15 anni. Poi Navazio diventa sindaco di Melfi con una lista civica sostenuta dal centrodestra. Nel settembre del 2009 Navazio annuncia di voler entrare nel Pdl. Allo stato attuale, però, non credo sia tesserato. Oggi Navazio è ancora a capo di un’amministrazione che è sorretta dal Pdl. Ora invece, in questi giorni, apprendiamo delle cose dalla stampa, ma con Navazio il dialogo è ancora aperto, perché il mio rapporto con Navazio è di amicizia personale. Voglio sperare che il suo ragionamento politico possa farlo rimanere ancora con noi.
Se Navazio non dovesse appoggiare il Pdl in questa campagna regionale, farete cadere la giunta del comune di Melfi?
Questo è un problema che si discuterà più in là.
La imbarazza la nomina di Navazio a commissario dell’Asi?
La nomina in questione viene fatta dalla giunta regionale. Ed è stato questo il tema che ha portato a far emergere un diverbio tra il Pdl e Navazio.
Una nomina commissariale fa gola a molti. Noi uomini siamo deboli.
Mi auguro che dietro all’accettazione ci sia solo la voglia di misurarsi con un nuovo lavoro.
E Perri invece? Anche lui l’avete perso per strada.
La questione di Perri è questa. Perri è stato il coordinatore regionale di Forza Italia, è stato candidato nel 1995 alla presidenza della Regione e, successivamente, nel 1999, viene sostituito da me come coordinatore regionale. Provai a candidarlo come sindaco di Potenza nel 1999, ma lui mi disse che non se la sentiva, perché era reduce da due sconfitte. E rimase ai margini. Dopodiché di Perri abbiamo perso le tracce. C’è stato un disimpegno da parte sua rispetto al partito, e non perché l’abbiamo cacciato. Poi, dopo qualche anno, ha accettato l’incarico di direttore dell’Apt. Però francamente ho difficoltà a parlare di lui, e poi di cose che non conosco.
Insomma, non le piace quando gente del Pdl accetta nomine del Pd.
Io ho una visione della politica forse un po’ romantica. Per me c’è chi governa e chi fa l’opposizione. Personalmente avrei difficoltà a sentirmi coinvolto nel progetto del centrosinistra, perché non ne condivido l’impianto generale.
Passiamo alla candidatura di Magdi Cristiano Allam. All’inizio sembrava fosse il candidato di tutto il Pdl, poi decide di candidarsi da solo. Insomma, l’avete fatto fuori.
Neanche per sogno! Con Magdi Cristiano Allam ho parlato solo una volta al telefono. E comunque non ho niente da dire su persone che non conosco. L’unica cosa certa è che io non ho mai spostato le mie gambe dalla Basilicata in quel di Roma in quel periodo. Io credo che la caduta di Magdi Allam come candidato del Pdl lucano non c’entri proprio niente con il Pdl lucano.
Diciamo che non avete fatto i salti di gioia quando è spuntato il suo nome.
Io l’ho appreso con tutto l’imbarazzo che si può avere nel veder emergere un nominativo che non conosce niente della nostra storia. Sono anni che ci occupiamo di Basilicata, dei suoi problemi, dei bisogni della gente. Quest’impegno non può essere dissolto nel giro di una notte. Io fino a 22 anni ho lavorato nei campi, e ne porto vanto. Sono abituato a vedere il terreno dissodato, per cui la vita per me è fatta di sacrifici, non credo nelle scorciatoie. Io ho saputo fare rinunce, prendere botte, far valere le mie idee nel tempo. E si badi bene che io ho aderito a Forza Italia quando Berlusconi era stato defenestrato dalla Presidenza del consiglio da Umberto Bossi. Quindi io sono uno che è salito sul carro del perdente, non sul carro del vincitore.
Com’è il suo rapporto personale con Silvio Berlusconi?
Ovviamente era più assiduo quando stavo a Roma, ma il mio rapporto con Berlusconi è stato sempre ed è ancora di grande stima. Io sono innamorato delle sue idee.
Lei è più uomo dei paesi o più uomo dei palazzi potentini?
Io sono uomo di paesi, sono un uomo che ama stare insieme alle persone, anche nel più piccolo paese, anche nel luogo più sperduto che ci possa essere. Certo, mi piace raffrontarmi anche con la borghesia potentina, ma, ripeto, in tutto questo c’è l’uomo Nicola Pagliuca, che viene dalla terra.
Passiamo a un tema caldo come il tema nucleare. Insomma, se il Pdl nazionale favorisce il riemergere dell’energia nucleare, immagino che anche il Pdl lucano sia su questa linea. Non mi faccia giri di parole cerchiobottiste.
Io credo che sia ipocrisia quella di alcune parti di cittadini e di alcuni pezzi di politica quando si dice “no” al nucleare nel momento in cui noi abbiamo centrali nucleari fatiscenti a due passi, nei Balcani. Io dico che è meglio tenerle in casa propria e controllarle. Se davvero riusciamo a far scendere i costi dell’energia forse abbiamo la possibilità di far guadagnare di più la gente. Il centrosinistra in Basilicata è in continuità con la prima repubblica, perché la Regione Basilicata ha aperto in tempi non sospetti il centro Enea di Rotondella, dove ci sono barre di uranio radioattivo, mentre oggi si dichiara contraria. La mia posizione è quella di dire: “La Lucania ha già dato”, sia sul nucleare che sul petrolio.
Scusi, ma ogni regione può dire a questo punto “noi abbiamo già dato”. Pagliuca: o sì o no, sia chiaro.
Io dico “no”, ma solo perché abbiamo già dato. Io oggi, come lucano, mi sento di dire “no” al nucleare. Tant’è vero che sono stato tra quelli che su Scanzano si sono schierati contro il Governo nazionale.
Cambiamo argomento. Parliamo di Sanità, principale capitolo di spesa della Regione e serbatoio di voti e di carriere politiche. Se vincerete cosa accadrà?
Su questo tema noi ci presenteremo con un programma concreto. Noi metteremo al centro la meritocrazia. I cittadini devono stare al centro del presente, non del futuro. Dico che i primariati devono essere dati a chi ha il merito, e non ha chi si è offerto per dare un contributo di natura elettorale. Il san Carlo aveva delle eccellenze che oggi…
Michele Cannizzaro c’era riuscito, a rilanciarlo, ma poi sappiamo com’è andata a finire.
Sicuramente per ciò che ha fatto all’interno del San Carlo non posso che parlare bene di Michele Cannizzaro. E per ciò che ho visto sulla sanità non posso affatto valutare negativamente il suo operato.
Lei si appresta a un confronto elettorale con Vito De Filippo. Quali, secondo lei, le differenze tra l’operato di Filippo Bubbico e quelle di De Filippo?
Io credo che con Bubbico c’era un centrosinistra incollato politicamente. Quell’esperienza è stata caratterizzata da una serie di iniziative sulle quali eravamo in disaccordo, ma indubbiamente c’era una solida maggioranza politica. La maggioranza di De Filippo, invece, non ha una coesione politica, ma solo un progetto di potere. Infatti ha dovuto cambiare quattro volte la sua giunta, e quasi tutti i consiglieri di maggioranza sono stati assessori. E, guardando avanti, credo che il futuro sarà peggio del passato.
Quali sono a suo avviso i tratti salienti del profilo politico di Vito De Filippo?
Lui viene da una storia democristiana, e quindi ha vissuto nel tempo questa cultura assistenzialista e clientelare. Noi lo sappiamo bene proprio perché l’abbiamo visto all’opera. Le faccio un esempio della sua politica clientelare. Da tre anni la giunta ha messo in moto un processo concorsuale per 78 posti messi a bando. Questo concorso ha visto 30.071 domande presentate. Bene, i quiz di preselezione dovevano essere fatti a dicembre. Ora sono state rinviate a dopo le elezioni. È esattamente questo che vogliamo combattere. Così come vogliamo evitare quei mille tirocini formativi che danno 800 euro per un anno a 1.000 persone. Il messaggio che si offre, infatti, è quello di voler creare una nuova platea di precariato.
Dica la verità: ci mancava solo questa concorrenza interna di Magdi Cristiano Allam. Teme un’emorragia di voti dal Pdl a “Io amo la Lucania”?
Io questa vicenda di Magdi Cristiano Allam ho difficoltà ad affrontarla. Noi ci siamo sforzati a mettere in campo un progetto reale di governo. Nel 2000 sono già stato candidato alla presidenza, e dieci anni di formazione mi sono serviti per capire la Regione dal di dentro. La mia storia amministrativa incomincia ad essere rilevante. Quando sono stato sindaco di Melfi ho detto no agli Lsu, e ho investito 100 milioni creando 400 posti di lavoro veri, per persone che lavorano ancora a quel progetto. Magdi Cristiano Allam viene da un mondo che non riesco a capire. Io non andrei mai in un posto dovendo comprendere a tappe forzate quel territorio. I suoi sono solo slogan astratti, e dietro a questi slogan non c’è conoscenza di quel che accade ed è accaduto in Basilicata. Mi dicono che spara sull’opposizione, quasi a voler prendere una parte del nostro consenso, ma io non rispondo ai suoi slogan. Il mio obiettivo è un altro. Il mio obiettivo è battere Vito De Filippo.
Ci dica qualche nome grosso del Pdl con il quale affronterà questa campagna elettorale.
Posso parlare di quelli che già si sono evidenziati all’esterno. Mi riferisco ai consiglieri uscenti. Ma non posso fare dei nomi. Certamente Falotico rappresenterà un buon pezzo di classe dirigente del Pdl.
Ma Falotico viene dal centrosinistra!
Falotico ha fatto un percorso di avvicinamento a noi. Forse l’ha fatto troppo velocemente nelle provinciali, ma lo ha fatto per portare a conoscenza tutto quello che non andava nel centrosinistra. Con Falotico non è più un’alleanza di natura elettorale, ma è una vera e propria alleanza di natura politica.
Come mai non siete riusciti ad allearvi con l’Udc?
Credo che noi abbiamo fatto il massimo. La vicenda dell’Udc va letta anche per i suoi riverberi nazionali. Abbiamo avuto con l’Udc un ottimo rapporto come opposizione, poi però abbiamo capito che facevano un accordo di potere con il Pd. Con l’Udc, almeno per quanto mi riguarda, il dialogo continua ad essere aperto. E spero che l’elettorato dell’Udc non voti un partito che si allea con un Pd che ha criticato per anni su ogni argomento.
Passiamo all’economia. Che idee si è fatto sul futuro economico della Basilicata? E come intende lavorare per aumentare le imprese e il numero degli occupati?
La prima cosa da fare è un nuovo progetto di lungo periodo. Oggi la Regione sta navigando a vista, insegue solo i problemi. È necessario che la Regione definisca i suoi obiettivi, perché le forze imprenditoriali devono essere stimolate a investire. Non è più possibile che un giorno siamo la “Basilicata verde” e un altro la “Basilicata del petrolio”. E’ necessario dire quale è l’obiettivo di breve e lungo periodo. Bisogna attuare fino in fondo il “piano casa”, e poi snellire la burocrazia.
E la cultura? Lei è nato nella stessa città di Raffaele Nigro, un grande scrittore lucano che la Basilicata non è più riuscita a valorizzare negli ultimi anni.
C’è una legge regionale che è ridicola. E’ una legge che distribuisce a pioggia, accontentando con 1.000 euro per volta, migliaia di associazioni, e però ogni volta c’è l’impegno dell’assessore di turno a interrompere quest’abitudine. Secondo me bisogna invece investire su 3 o 4 macroprogetti. Ed è quello che faremo.
Senta Pagliuca, sono in molti a dire che il Pdl lucano non cresce perché la classe dirigente del partito è chiusa, è oligarchica. Qualcuno sostiene che non appena un giovane emerge, subito gli spezzate le gambe. E’ vero?
Io dico che ci deve essere molta umiltà nel capire che c’è un lavoro che va fatto. Stare in un partito significa anche relazionarsi con gli altri, e crescere insieme. Le porte sono aperte, ed è testimoniato dal fatto che nelle competizioni comunali e provinciali noi abbiamo sempre offerto le postazioni apicali agli altri: da Acito a Matera fino ad arrivare a Mecca a Potenza, passando per Aurelio Pace e Manfredelli. Per non parlare di Martorano.
A proposito di Martorano. Ecco un altro che avete fatto fuori. Come mai ha gettato la spugna anzitempo?
Questo lo deve chiedere a Martorano. Io ho provato a sentirlo, ma le cose che mi ha detto mi sono sembrate non tutta la verità, che io non conosco. Ma la politica non è semplice, non è che dall’oggi al domani ci si inventa Presidente della giunta regionale.
E’ consapevole del fatto che se dovesse perdere il confronto con Vito De Filippo lei entrerebbe nel Purgatorio di quelli che non vincono mai, degli “eterni secondi”?
Io non sono uno che è entrato in politica perché si sentiva politico dalla nascita. Nel 1996 accettai di candidarmi alla Camera nel collegio più rosso della Basilicata, e una serie di circostanze mi hanno consentito di poter vincere alla Camera. Io sono uno che accetta le sfide. Nel 2000 ero stato appena nominato segretario regionale, e in quel momento mi sono sentito in dovere di accettare di capeggiare la lista regionale. L’ho fatto, e mi sono dimesso dal Parlamento per fare l’opposizione alla giunta Bubbico.
Crede davvero di potercela fare questa volta?
Assolutamente sì. Giocherò fino in fondo. Non sono uno che demorde.

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