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UNA vittoria divisa a metà. Si può considerare così il percorso istituzionale delle Zone Franche urbane.
«Lo strumento è stato salvato ma non azzerato».
Così il senatore Pd, Filippo Bubbico commenta l’esito della fiducia al maxiemendamento che riguarda anche il provvedimento a favore dello sviluppo delle aree sottosviluppate che, però, risentirà di un ridimensionamento significativo, già previsto nella prima stesura.
«E’ rimasto confermato l’impianto delle Zfu – aggiunge Bubbico – e viene introdotta la norma che limita questo meccanismo nell’ambito dei 50 milioni di euro disponibili.
Questo vuol dire che l’efficacia risulterà condizionata dalla scarsità di risorse che dovranno essere ripartite tra i 22 comuni italiani.
Ovviamente, dopo la fiducia apriremo una battaglia perché vengano assegnate risorse aggiuntive – conclude l’esponente del Pd, nonché ex sottosegretario allo Sviluppo Economico del Governo Prodi.
Una media di 2 milioni di euro per ogni città, rappresenta un sostegno limitato se si pensa allo sviluppo di territori in cui la crisi economica ha lasciato strascichi drammatici.
Diventa, dunque, necessario intraprendere percorsi che consentano di incentivare le opportunità a favore delle imprese.
Angelo Tortorelli, presidente della Camera di Commercio di Matera, non si lascia travolgere dal pessimismo, ma preferisce guardare il bicchiere mezzo pieno.
«Secondo me il fatto che dalla cancellazione di tutte le risorse siamo arrivati allo stanziamento di misure economiche, seppur risicate, è da considerare un passo avanti.
Saluto positivamente chiunque vorrà portare avanti battaglie per fare in modo che nel nostro territorio giungano fondi aggiuntivi.
In realtà in piccole aree come le nostre, la quantità e’ importante, ma è fondamentale che il segnale di entusiasmo torni, dopo che nell’ultimo mese lo avevamo perso.
Sostengo il discorso che riguarda l’insufficienza dei fondi anche se è un buon auspicio, poter cominciare da un segnale che giunge in un momento come questo».
Nunzio Olivieri, presidente dell’Api aggiunge: «La misura riguarda l’artigianato e un po’ il commercio, non prioritariamente il settore dell’industria.
In tutti i casi non posso che essere d’accordo con il presidente della Camera di Commercio.
La dotazione di fondi è irrisoria e per questo spero che la Regione faccia la sua parte in modo più massiccio rispetto al raddoppio di risorse che aveva promesso.
Se questo vuol dire aumentare le opportunità e consentire di rimettersi a lavorare sul territorio, ben vanga.
Spero, però, che al tempo stesso sia messa in campo dalla prossima amministrazione comunale una politica economica adeguata.
L’importante è che diventi un vero e proprio cavallo di battaglia, lavorando attorno a politiche economiche per mettere al centro mondo artigianato, commercio e microindustria, per consentire alle zone industriali di essere volàno dell’economia. Penso, ad esempio, a tante braccia lasciate per strada, ai drammi umani che si consumano tutti i giorni.
L’esperienza delle zone franche urbane è nata nel 1996 in Francia, Paese dal quale il nostro ha mutuato il meccanismo di defiscalizzazione rivolto alle piccole e medie imprese.
Il progetto è rivolto ad aree urbane caratterizzate da disagio sociale, economico e occupazionale, e con potenzialità di sviluppo inespresse.
Le agevolazioni previste per i primi cinque anni vanno dall’ esenzione dell’Irap a quella dell’Ici fino all’esonero dal versamento dei contributi previdenziali.

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