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di MARGHERITA AGATA
E’ ANCORA sorpreso ed emozionato. Francesco Triunfo, di Miglionico, 42 anni appena compiuti, nella vita geometra, musicista nell’anima, sarà sul palco dell’Ariston. Un sogno che si realizza, proprio quando aveva deciso di chiudere con le sette note, mettendosi alle spalle circa vent’anni di concerti e serate con gli Opinea, la prima band etnofolk interamente made in Lucania. Idealmente sul palco ci saranno anche loro con lui. Per una strana combinazione del destino, Francesco è stato “reclutato” a poche settimane dal Festival di Sanremo per far parte dei solisti dell’Orchestra Popolare italiana che, nella serata degli ospiti, insieme ad Ambrogio Sparagna e Maria Nazionale, canteranno con Nino D’Angelo, in gara tra i big con il brano “Jammo Jà”. Mancava la Basilicata nell’ideale giro d’Italia immaginato da Sparagna per l’amico D’Angelo. “Chi meglio di Francesco?” ha suggerito un’amica comune a Sparagna. Detto fatto. «Al maestro Sparagna – racconta Francesco – è stato sufficiente ascoltare un paio di canzoni degli Opinea che gli ho inviato via internet per “scegliermi”». E’ capitato tutto in fretta. In maniera semplice, naturale. «Quando Sparagna mi ha chiesto di andare a Roma – prosegue Francesco – pensavo fosse per un provino. In realtà mi sono ritrovato di fronte Nino D’Angelo in persona, con Maria Nazionale, Ambrogio Sparagna e gli altri cinque ragazzi dell’Orchestra Popolare pronti a provare il brano di Sanremo». Un sogno ad occhi aperti per Francesco Triunfo, abituato, come ama dire di se stesso, “a sporcarsi da sempre le mani con il lavoro”. «Superato lo choc iniziale – dice Francesco – mi sono preoccupato di una sola cosa: dare il meglio di me e ripagare la fiducia accordatami da un grande della musica popolare come Ambrogio Sparagna». Fiducia ricambiata dal momento che Francesco eseguirà la prima strofa del brano e un ampio assolo. «Una responsabilità enorme- ammette Francesco – per due ragioni: canto per un altro artista che sta affrontando una gara e soprattutto lo faccio nella lingua della mia terra. A Sanremo canto le nostre radici». Prove? «Le faccio la mattina sotto la doccia, ripassando in mente la mia parte» – rivela Francesco. Com’è noto, infatti, la melodia delle canzoni in gara deve essere rigorosamente top secret fino al momento dell’esecuzione sul palco del Festival di Sanremo. Pena la squalifica. «Non me lo perdonerei mai – dice Triunfo – il testo scritto da D’Angelo è bellissimo. Per non parlare della musica, poi. Un grande pezzo di world music che esalta le diverse vocalità e l’organetto del maestro Sparagna». Ma a Sanremo, quest’anno, Francesco Triunfo non sarà l’unico lucano a partecipare. Tra i big ci sarà Arisa, la mattatrice della passata edizione con la pluripremiata “Sincerità”. «Mi farebbe piacere conoscerla – dice Francesco – anche se interpretiamo generi musicali diversi, la comune origine ci unisce. E poi Arisa incarna la speranza dei tanti giovani talenti che in Basilicata fanno musica e provano con difficoltà a emergere. Arisa ha dimostrato che i sogni se si coltivano con caparbietà poi si realizzano». Ed in qualche modo è quello che farà anche Francesco che, nonostante Sparagna lo voglia nell’Orchestra Popolare anche dopo Sanremo, a pochi giorni dalla ribalta del Festival, non vuole saperne di lasciare il suo lavoro alla Coserplast, dove progetta infissi in PVC. Il successo, la luce dei riflettori, sì. Ma le cose che contano sono altre. A Francesco l’emozione più grande, più che Sanremo, l’ha regalata la moglie Mary Elsa che, lo stesso giorno dell’ufficialità della partecipazione al Festival, gli ha annunciato l’arrivo del loro primo figlio.

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