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di RAFFAELE NISTICO’
Come ci siamo ridotti. In piena performance elettorale, nella giornata cruciale -si fa per dire – delle primarie interne della coalizione – si fa per dire -, come due o tre womanager in carriera che si incontrano dall’estetista a parlare del tempo che non è cosa. Solo che a esternare su Giove pluvio è il presidente della Giunta in carica e naturale aspirante alla sfida con il competitor altro. «Siamo stati sfortunati, questa pioggia, quasi quasi mi scuso con gli elettori, certa mente non invoglia a uscire. Ho fatto un poco di fatica anche io. Comunque vedo che la gente ha voglia di parteci pare. Qui per ridurre la attese hanno aperto un secondo seggio».
“Qui” è la sezione centro di Catanzaro, dove, come da programma, Agazio Loiero in torno alle 11 e trenta si è messo in coda alla fila e ha esercitato il suo diritto dovere di indicare quale dovrà essere il candidato del Pd e di una parte predo minante del centro sinistra. Il presidente, qui però tutti ma proprio tutti lo chiamano più confidenzialmente Agazio, ha da augurarsi che qualcuno abbia votato per Bova o finanche per Censore. Altrimenti, a unanimità assoluta, si potrebbe legittimamente pensare all’auto suffragio. Che non è il massimo del bon ton. Ma così certa mente non sarà, i mal di pancia sono più democratici e ubiquitari di quanto presuppongano le convenzioni o i pregiudizi.
A qualcuno tra gli elettori del Pd – esisteranno ancora i militanti? – potrebbe non piacere che nella sezione centro del partito ci sia una concentrazione di camici bianchi, primari e dirigenti della sanità più alta di quella normalmente riscontrabile in una qualsiasi corsia ospedaliera di una ordinaria giornata feriale. Se uno dovesse avere un coccolone per lo stress da cabina, per esempio, nessun problema, l’assistenza sarebbe immediata e, per di più, qualificata.
Ma d’altra parte, che si può fare. La sanità è per la Calabria come la Fiat per Torino. Vecchio adagio che, vista la congiuntura impressa da Marchionne e soci, forse è meglio evitare. La sanità va governata. Per esempio, l’ultima nomina di di rettore generale all’Asp di Catanzaro. Che colpa ha Loiero se il neo nominato ha un curriculum ineccepibile e vince concorsi a mano bassa, e, per di più la metino, non piace a Franco Amendola che sbatte la porta e va sull’Aventino? Loiero non nasconde che “qui”, alla sezione centro catanzarese del Pd, sono tutti amici suoi. Lo sa e se ne compiace. Ma sa anche che tanti suoi amici stanno a Cosenza, così come a Reggio Calabria. È una caratteristica, questa della ubiquità, che pur non avvicinandolo a sant’Antonio, gli si addice più di quanto si adatti a Bova. Per non parlare del sindaco metropolita di Reggio Calabria e sfidante predesignato per il centrodestra, Giuseppe Scopelliti. Mentre l’incognita Callipo è destinata inevitabilmente a sottrarre voti sia a sinistra che a destra. Loiero ragiona, e sa che in quel grande paesone diffuso che è la Calabria, poco più di 2 milioni di abitanti, quel che conta è la rete, il territorio, gli approcci. E sa che cinque anni di “loierismo”, termine coniato con evidenti intenti spregiativi da parte di Roberto Occhiuto, potrebbe oggi tornare quanto mai utile al Pd tutto. Con la sua rete pressoché ubiquitaria di sindaci, di direttori generali e di maggiorenti, che assicurano una copertura invidiabile del territorio regionale. Senza contare l’apporto che in uno schema di coalizione porta no i partiti e i movimenti coinvolti a vario titolo nei cinque anni dell’ottava le gislatura regionale. La battaglia per la presidenza si giocherà nel territorio, e vincerà chi, fatta la giusta tara della ripercussione che eventi nazionali allo stato di imprevedibile portata – vedi la vicenda Bertolaso -, potrà van tare l’aggancio più prossimo e meno localizzato alle moltitudine della realtà di base.
Senza dimenticare i dati elettorali da cui partire, che sono le passate elezioni regionali del 2005 e le elezioni politiche del 2008. Con la giusta considerazione delle liste di appoggio alle due principali del Pd da una parte e del Pdl dall’altra. C’era una pubblicità in cui Robert De Niro invitava a non disprezzare il centesimo risparmiato. Per il semplice motivo che ogni centesimo risparmiato è un centesimo guadagnato. Lo stesso vale per Agazio Loiero e per il Pd. Ogni voto recuperato all’attuale maggioranza, anche con l’apporto di per sé non eclatante delle diverse liste collegate, è un voto sottratto alla montante e supponente opposizione. Di certo è un Agazio Loiero tranquillo e ottimista a imbucare la scheda nel seggio centro del Pd di Catanzaro alle 12 di domenica 14 febbraio, primarie di San Valentino.

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