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Società poco oculate o calciatori troppo esosi? Dirigenti che fanno male i conti, oppure giocatori che chiedono (e talvolta ottengono) cifre sproporzionate rispetto al proprio valore ed ai traguardi raggiunti? Le domande sorgono spontanee, soprattutto di questi tempi, quando i vari campionati dilettantistici volgono al termine della stagione e puntualmente si aprono spifferi e si odono sussurri di società in ritardo con i pagamenti, di calciatori in preda al malumore, di squadre in grandi difficoltà.
 
Il carrozzone che porta con sé i principali campionati dilettantistici calabresi pure stavolta non si fa mancare nulla e se, ufficilamente, nessuno parla, in realtà qualcosa comincia a trapelare. Il silenzio è la regola d’oro: da un lato i dirigenti che non ottemperano ai propri doveri (leggasi saldare i calciatori) temono di fare brutta figura e di farsi una cattiva pubblicità. Dall’altro lato i calciatori (ma anche i tecnici) temono di perdere le loro spettanze con un’azione di forza o dimostrativa, e quindi aspettano. 
Aspettano, magari, avendo in mano i classici assegni a scadenza, che talvolta sono assegni “cabriolet”, puntualmente scoperti!
 
Il problema è creato principalmente dai dirigenti, che non riescono a garantire una gestione oculata della società, che cambiano tecnico dopo due gare, che ingaggiano rose pletoriche di calciatori, rischiando di rimanere col cerino acceso in mano, per aver concordato ingaggi di un certo rilievo.
 
Allo stesso tempo circolano cifre da capogiro (trentamila euro, per otto mesi, costituiscono un bell’ingaggio) e a fronte di calciatori che chiedono tale somma, ci sono società che accordano tali cifre, ma non tutte riescono poi a mantenere i propri impegni. E c’è anche chi si tira indietro, una volta constatata l’impossibilità a raggiungere determinati traguardi.
 
Evidenziati i problemi, per garantire la sopravvivenza di tante società e per evitare che dirigenti incapaci, ingenui o poco oculati, possano andare incontro al dissesto finanziario, ecco la soluzione: ingaggi ad obiettivo. Ad una cifra minima fissa, infatti, se ne dovrebbe aggiungere una legata al traguardo stabilito ad inizio stagione. Una cosa del genere pare l’abbia fatta il Roccella in Eccellenza. E questo sarebbe senza alcun dubbio il modo migliore per evitare di dover pagare e strapagare cifre assurde per queste categorie e di questi tempi, avendo una squadra che non è stata capace di raggiungere neppure la zona play off o la salvezza.
Riusciranno i dirigenti calabresi a darsi delle linee guida per il futuro?
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