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L’argomento è sempre attuale. E come sempre non c’è unanimità di pareri e di vedute. Si tratta dei giovani calciatori e del loro utilizzo, reso obbligatorio, nel numero di 4 elementi, da parte del Comitato Regionale Calabro della Figc/Lnd. C’è chi plaude a questa iniziativa e si dedica con passione e attenzione al settore giovanile e c’è, invece, chi reputa eccessivo il numero degli under da utilizzare obbligatoriamente, sostenendo che se uno è bravo, alla fine gioca lo stesso, a prescindere dall’età.
Chi è favorevole all’utilizzo degli under ritiene che questo è un modo per calmierare gli ingaggi dei calciatori over (circolano certe cifre che neppure nei professionisti), per ridurre le spese del club e per far sì che le stesse società dedichino maggiore cura al proprio vivaio, dal quale sfornare qualche talento da valorizzare e magari cedere a club professionistici. In un periodo di crisi generale, anche il calcio dilettantistico soffre e tanti imprenditori che prima investivano in questo settore, pian piano si stanno defilando per via di spese divenute spesso non sostenibili. Con un numero maggiore di under, si “svecchiano” i campionati e i ragazzi avrebbero un’opportunità in più per emergere.
I detrattori di questa regola, invece, sostengono che una volta usciti fuori dalla fascia di età “obbligatoria” i giocatori non più under finiscono puntualmente nelle categorie inferiori. In pratica gli under diventano solo un obbligo e nulla più. E poi si gettano nel cestino, perché non servono. Ed ancora: spesso gli stessi ragazzi, sapendo di dover giocare per forza, non si allenano e non si gestiscono per come è lecito attendersi da un calciatore, aggiungendo poi che proprio questa situazione di obbligatorietà li spinge a chiedere anche compensi un tempo non immaginabili per un ragazzino che si affacciava alle soglie della prima squadra.
C’è poi da considerare che l’utilizzo di quattro under impone di avere almeno dieci giovani in organico e ciò provoca un depauperamento della formazione Juniores e, secondo i critici, anche uno scadimento del livello tecnico dei campionati. Allo stesso tempo, però, c’è anche chi riesce a fare ottimamente le due cose, come per esempio accade a Soverato, l’anno scorso finalista nazionale con la Juniores e capace di arrivare fino in fondo alle manifestazioni alle quali ha partecipato con la prima squadra.
A livello nazionale, la Lega Dilettanti ha dato l’indicazione di utilizzare due under, demandando poi ai vari comitati la possibilità di ampliarne il numero, senza però superare la soglia dei quattro elementi, stabilendo, altresì, di rendere facoltativa l’istituzione, per la stagione 2012/13, dell’impiego di un calciatore “fidelizzato”, ovvero che nella stagione precedente abbia fatto parte della società interessata. In Calabria il Consiglio Direttivo del Comitato ha previsto per l’anno prossimo l’utilizzo di un under “fidelizzato”, ma da più parti si critica questa disposizione e si spinge per ridurre il numero dei giovani da schierare.
Il problema, insomma, c’è ed è evidente, ma è chiaro che va risolto e questo andrebbe fatto con un incontro costruttivo di tutte le componenti.

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