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Le lacrime versate per “Moro”, la rabbia, la commozione e l’incredulità non accennano a diminuire. E quelle immagini sono una fitta nel cuore. La tragica scomparsa del giovane calciatore del Livorno ha scosso tutti, anche se, come sovente avviene in questi casi, si diventa tutti esperti del settore, ci si ricorda solo adesso dell’importanza del defibrillatore e delle visite mediche e via dicendo.
Quanto accaduto a Morosini ha avuto una vasta eco perché si è trattato di un calciatore professionistico e per il modo in cui si è verificata questa assurda tragedia, ma nei campi dilettantistici o nelle gare del Settore giovanile o amatoriale quante, di queste morti, si sono verificate e sono puntualmente passate inosservate? E quanti, di questi “incidenti” si sono risolti positivamente solo grazie alla presenza di personale medico qualificato?
L’addio di Morosini ha aperto uno squarcio anche fra i Dilettanti, dove non tutti sono pronti per affrontare eventuali problemi. E il quadro diventa più allarmante nel Settore giovanile, dove maggiori dovrebbero essere i controlli. Il presidente del Comitato Regionale Calabria, Saverio Mirarchi, ha focalizzato l’attenzione circa la necessità di effettuare la visita medica specialistica per l’accertamento della idoneità all’attività sportiva agonistica, ribadendo, poi, l’importanza di avere personale medico qualificato, ambulanza e defibrillatore a bordo campo.
Il problema è proprio questo: quante società garantiscono tale assistenza ai propri tesserati? Da un’indagine svolta da StadioRadio.it è emerso che non tutte le società di Eccellenza e Promozione sono pronte per affrontare emergenze simili. E si tratta dei principali campionati dilettantistici calabresi. Viene da pensare, allora, quale sarà la situazione nei tornei minori e, soprattutto, nei campionati giovanili. Basta recarsi settimanalmente sui vari campi della Calabria per verificare che non sempre c’è un’adeguata assistenza medica. Quante gare di ragazzi si svolgono senza personale medico a bordo campo? Quante volte capita di vedere un calciatore a terra soccorso dall’allenatore con la classica borraccia? In Calabria ci sono trentamila tesserati che giocano a calcio. Non tutti, però, godono di un’adeguata assistenza medica e la tragica scomparsa di Morosini dovrebbe essere un monito per tutti.
Questa settimana di stop dei campionati per l’assurda morte di un calciatore 25enne sarà servita ai dirigenti delle squadre e delle scuole calcio calabresi per predisporre tutti gli strumenti necessari per garantire un’adeguata assistenza ai propri tesserati? Piuttosto che sprecare il proprio tempo a inveire contro l’arbitro, a minacciare l’avversario o a gridare al complotto quando si perde, diversi dirigenti dovrebbero indirizzare le proprie energie verso altri e ben più importanti aspetti se, come dicono, vogliono fare calcio per puri scopi sociali e sportivi.

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