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Da lungo tempo è in campo una discussione sugli obiettivi e sul ruolo della ricerca scientifica nella società moderna e sulla differenza tra ricerca di base e ricerca applicata. Le industrie e i politici chiedono sempre più spesso ai ricercatori di porre la loro attenzione su ricerche con ricadute industriali e commerciali e non sono disposti a finanziare ricerche di base. Molti scienziati, d’altra parte, ritengono che sia di estrema importanza per la ricerca, e anche per la società, realizzare ricerche di base, poiché queste sicuramente nel tempo avranno ricadute applicative. Di esempi di questo tipo ne è piena la storia della scienza, basta pensare alle applicazioni della fisica teorica alla medicina o all’uso delle teorie logico-matematiche nei calcolatori che oggi tutti usiamo.

Un contributo chiarificatore in questo contesto può certamente venire dal pensiero di Charles Pierce, il fondatore del pragmatismo filosofico. Pierce riteneva che le idee non sono vere solo se dimostrano di essere efficaci, ma piuttosto che esse dimostrano la loro efficacia quando sono vere: “Le idee vere sono quelle che possiamo assimilare, convalidare, confermare e verificare.

In sintesi: se una ricerca è rigorosa prima o poi sarà sfruttata utilmente. Un principio che farebbero bene a seguire i ricercatori che hanno come obiettivo la ricerca seria e che dovrebbe ispirare tutti quelli che definiscono le politiche e gli indirizzi della ricerca, sia essa di base o industriale.

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