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Per uno strano scherzo del destino il campionato di Eccellenza ha registrato la retrocessione di tre società che proprio nel 2012 hanno compiuto i cento anni di vita. Bovalinese, Palmese e Scalea hanno “festeggiato” malamente il Centenario, salutando la categoria. Precisato che solo Bovalinese e Scalea hanno ricevuto la Benemerenza dalla Lega Nazionale Dilettanti per i 100 anni di attività, andiamo a vedere cosa non ha funzionato all’interno di questi tre club, che si aspettavano un esito ben diverso da quello che ha detto il campionato.
In realtà si sapeva fin dall’inizio che per la Bovalinese sarebbe stata dura mantenere la categoria, con un organico giovane e con pochi calciatori di esperienza. L’undici allenato da Frascà ha lottato finché ha potuto, ha spesso raccolto meno di quanto meritato, ha tenuto testa ad avversari più competitivi e poi ha ceduto, penalizzata, nel suo cammino, dalle eccessive espulsioni (13) e dal numero esagerato di giornate di squalifica subite (42). Un nervosismo ingiustificato che ha finito per compromettere le chance quantomeno di play out. Si sapeva, però, che una volta venuto meno il massiccio sostegno del patron Ferrigno (rimasto comunque vicino alla squadra), tutto sarebbe stato più difficile. E la ripartenza si annuncia complicata.
La Palmese, invece, fino a dicembre ha viaggiato a buoni ritmi. Con l’arrivo di Giovinazzo in panchina, il gruppo ha inanellato una lunga serie utile di risultati, tanto da lasciar intravedere addirittura la possibilità di conquistare i play off. Alla fine del girone di andata, però, si è spenta la luce. Ci si è privati troppo facilmente di calciatori del calibro di Nucera e Faye, ma allo stesso tempo evidenti intoppi societari hanno influito sulle prestazioni della squadra. Si parla di rimborsi mai arrivati e di una squadra che stancamente e senza motivazioni si è trascinata fino alla fine cercando quei punti utili per salvarsi e che non sono mai arrivati (appena 13 i punti conquistati nel girone di ritorno). L’errore del tecnico è stato proprio quello di non aver saputo dire basta ad una situazione non più gestibile, fra allenamenti saltati o affrontati con pochi calciatori demotivati e sfiduciati. A ciò si aggiungano le solite pessime e vergognose condizioni del “Lopresti” che hanno costretto i neroverdi ad affrontare la delicata e decisiva sfida salvezza con il Castrovillari a Taurianova oppure quella con la Gioiese a porte chiuse.
E siamo a Scalea. Nonostante le buone intenzioni, il gruppo biancostellato ha pagato una partenza ad handicap, con 6 punti nelle prime dieci giornate. Rivoluzionato l’organico e cambiato il tecnico, con l’arrivo di Bellinvia, una volta amalgamato il gruppo, si è provato a risalire, schivando il primo pericolo della retrocessione diretta. Le reti di Leone e del giovanissimo Maesano e una ritrovata fiducia nei propri mezzi (oltre all’ottimo lavoro dell’allenatore siciliano) stavano portando i cosentini alla salvezza diretta, ma tutto si è sciupato in quella “maledetta” gara interna perduta negli ultimi sei minuti con il Rende. Da quel momento in poi si è pensato a gestirsi in vista dei play out, dove l’undici di Bellinvia in quel di Palmi ha mostrato la propria superiorità, vincendo nettamente per tre a zero lo scontro salvezza. Non si è però potuto festeggiare a lungo, perché l’incredibile retrocessione dalla Serie D dell’Acri ha spinto giù anche lo Scalea, che da tempo aveva preparato una lunga serie di iniziative per festeggiare il Centenario.
Una retrocessione amara, pesante da digerire, ma bisogna riorganizzarsi subito per risalire immediatamente in Eccellenza.
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