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La ricerca e l’innovazione tecnologica sono ormai divenute sempre più il motore dei cambiamenti sociali, non soltanto per ciò che riguarda l’organizzazione della società, ma anche per le trasformazioni generate nei costumi, nella cultura e nelle relazioni personali e di massa. Questa tendenza ha (definitivamente?) spostato i luoghi delle decisioni sul presente e sul futuro dalle stanze della politica a quelle dell’oligarchia tecnologica. I grandi manager delle Nasdaq companies, i guru delle banche di affari, i venture capitalists e i proprietari delle grandi imprese più innovative al mondo, contano più dei primi ministri, dei re e delle regine, dei parlamenti. Con la differenza che i Signori delle nuove tecnologie non sono obbligati ad avere una responsabilità e un’etica pubblica. 

Qualche politico avveduto, cosa frequente all’estero e rara in Italia, cerca di intervenire nei processi decisionali che determinano le politiche per la ricerca e l’innovazione per orientarle verso le esigenze delle popolazioni, i diritti dei singoli e i benefici per le democrazie. Gli altri, in grandissima maggioranza, non hanno la benché minima idea o peggio, non cercano altro che il loro tornaconto personale, lasciando mano libera ai privati che, di fatto, decidono l’introduzione di elementi di innovazione ovviamente soltanto sulla base dei potenziali profitti. Così i destini di una società sono determinati dai possessori delle tecnologie e dell’innovazione e spesso sfuggono alle regole della democrazia.

Il Premier Monti è stato invitato a Sun Valley (USA) alla conferenza organizzata dalla banca di affari Allen & Co. per discutere di tecnologie della comunicazione e di scenari internazionali dell’innovazione con i maggiori rappresentanti al mondo nel settore dei media e dell’information technology. Gente del calibro di Bill Gates, fondatore di Microsoft,  Tim Cook che guida Apple, Sergey Brin co-fondatore di Google (nella foto all’arrivo a Sun Valley in versione barba lunga), l’inventore di Facebook Mark Zuckerberg, Dick Costolo amministratore delegato di Twitter e Jeff Bezos di Amazon. Non so se Super Mario saprà usare i suoi poteri con questi giganti che di fatto guidano il mondo più di molti capi di Stato. Certamente dovrebbe mostrare molta attenzione a quello che loro diranno e tentare di far contare la politica più di quanto oggi conti veramente. Il compito non è facile, ma almeno bisognerebbe provarci per riportare gli interessi dell’umanità al centro degli obiettivi della ricerca e dell’innovazione che ormai corre sempre più velocemente sotto l’indirizzo delle grandi companies.

Infatti, purtroppo, laddove la classe politica è inadeguata, poco lungimirante e, come sempre più spesso accade, inconsapevole (ignorante) dei potenziali benefici delle nuove nuove tecnologie e dei processi di innovazione, i governati pagano e pagheranno un caro prezzo in termini di sviluppo e qualità di vita, proprio a causa della povertà di conoscenza dei loro governanti.

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