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VILLA SAN GIOVANNI (RC) – Gli aderenti al movimento dei Forconi hanno deciso di smobilitare il presidio aperto domenica scorsa a Villa San Giovanni e di rinunciare ad un nuovo blocco degli imbarcaderi come quello di stamani. «Ce ne stiamo andando – ha detto il leader del movimento Mariano Ferro – ma questo non vuol dire che ci arrendiamo. Nessuno si è fatto sentire. Vorrà dire che ce la leghiamo al dito e fra qualche giorno faremo qualche sorpresa, magari a Roma».

LA PROTESTA. Hanno allentato temporaneamente il blocco istituito sul piazzale antistante l’ingresso delle vie di accesso agli imbarcaderi di Villa San Giovanni.   «Abbiamo deciso di togliere temporaneamente il blocco – fanno sapere – per fare smaltire la fila di mezzi che si era creata. Ma tra poco attueremo di nuovo».

Sono un centinaio gli aderenti al movimento dei Forconi che hanno bloccato stamani, a Villa San Giovanni, l’accesso agli imbarcaderi per il traghettamento verso la Sicilia. Lo ha reso noto il leader della protesta Mariano Ferro. «Aspettiamo una telefonata del ministro dell’Interno Cancellieri – ha detto – altrimenti da qui non ci muoviamo». Secondo quanto riferito dalle forze dell’ordine, in una prima fase ci sono stati rallentamenti, ma non blocchi degli imbarcaderi. Poi a metà mattinata è scattato il blocco: ha già raggiunto la rampa dello svincolo di Villa San Giovanni dell’autostrada Salerno-Reggio Calabria la coda di auto ferme.   Il blocco è stato attuato nel piazzale antistante l’ingresso degli imbarcaderi.   I tir in viaggio sull’A3 sono stati dirottati in un’area di sosta a Campo Calabro in attesa che la situazione si sblocchi. E l’Anas ha chiuso completamente lo svincolo di Villa San Giovanni.

La protesta siciliana è sbarcata in Calabria alla fine della settimana scorsa. iorni fa era stato annunciato un inasprimento del blocco per oggi: «A questo punto – aveva detto Mariano Ferro – credo che se non arriviamo al blocco non ci considererà nessuno. Il Governo sta tagliando su tutto tranne che sulle spese della politica. È da qui che nasce la nostra rabbia. C’è una parte della società che non vuole fare sacrifici. Noi chiediamo rispetto per gli autotrasportatori, per le aziende. Vorremmo rimettere in moto l’economia. Il fatto è che il popolo sta affondando e nessuno dice come è possibile uscire dal tunnel».   

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