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Qual è la migliore forma di selezione dei decisori politici? Che domanda: le primarie.
Ne abbiamo avuto un saggio nella performance del confronto televisivo di Sky. Primarie all’italiana. Con tutti i pregi e i difetti. Gli slanci e le furbizie, le corsie preferenziali e le scorciatoie. 
Il problema, tuttavia, è come controllare i controllori. Il flagello della nostra epoca. Come si fa a controllare i controllori? Semplicemente non si fa. Non si può fare. L’unica strada è quella che ci ha indicato la chiesa copta egiziana, il cui papa è stato eletto per sorteggio dopo aver fatto le primarie. Con cinque concorrenti. Come è accaduto nella gara italiana del centrosinistra. 
Nei giorni scorsi, davanti all’altare, un bambino  ha tirato a sorte il nome del prescelto. C’erano tre nomi nell’urna materializzata in un copricapo religioso. Le primarie copte hanno appunto  selezionato cinque candidati poi ridotti a tre per il sorteggio. In lizza due vescovi e un monaco. Il seggio elettorale, diciamo così, era ubicato all’interno  della cattedrale di San Marco nel quartiere di Abbasiya al Cairo. Per la cronaca i tre nomi erano quelli dei vescovi Raffaele (medico), Joseph Tawadros (farmacista) e del monaco Raffaele Ava Mina.
Il fortunato eletto al soglio della chiesa copta è stato Joseph Tawadros.
Questa pratica può sembrare eccentrica, levantina, ma è molto aderente all’epoca che viviamo. Che necessita di modalità di selezione della classe dirigente attraverso il sorteggio e anche un pizzico di sortilegio. Pratica consigliabile non solo per la soluzione degli affanni politici, ma anche per tutte le categorie sociali. Compresi gli ordini professionali, pietrficati dalle consuetudini, dall’autoreferenzialità, dalle cooptazioni, persino dal familismo.
Il sistema copto, insomma, si adatterebbe molto bene alla situazione calabrese nella scelta del prossimo governatore. Quando sarà.
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