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 Nella ipermoderna Londra è stato lanciato un sito internet in cui chiunque può segnalare la presenza di qualche albero da frutta. Il sito www.cityfruit.org offre così una mappatura di tutti i dispensatori di frutta, gratis. A ben vedere, questi alberi sono anche dei “beni comuni” simbolo dei quartieri in cui si trovano: penso alla nostrana “ficuzza” di Santa Lucia, nella città vecchia di Cosenza, alla quale il sindaco ex deputato ed ex ministro socialista Giacomo Mancini era tanto affezionato. Ma c’è anche – con meno pretese – l’arancio maltese nella piazzetta di Joggi, che non a caso viene chiamata “a chiazza du purtugallu”.
Nell’avveniristico campus dell’Università della Calabria,ad Arcavacata di Rende, c’è invece la più alta presenza di uno tra i più curiosi “frutti antichi”: i corbezzoli. Ce ne sono anche nel parco della biodiversità di Catanzaro, ma gli alberelli ben curati dell’Unical sono uno spettacolo di forma, colore e gusto. Sì, perché forse gli studenti non sanno come si chiamano quei frutti e non sanno che sono commestibili; anzi: appetitosi. E c’è anche uno splendido limone.
Quando, quarant’anni fa, in quella università si tenevano le prime lezioni nel vecchio polifunzionale di cemento armato circondato da campagne, agli studenti poveri e meritevoli ai quali era destinata li avrebbero di certo riconosciuti e – usciti da corsi (ormai aboliti) di sociologia urbana e rurale; o sociologia del mutamento) non si sarebbero fatti sfuggire la presenza di una risorsa alimentare gratuita del genere.
In quarant’anni il campus di Arcavacata, tra gli investimenti di quegli anni, è quello che ha dato forse il più grosso contributo allo sviluppo economico e sociale della regione. E il “leone socialista”, morto dieci anni fa, lo sapeva bene.
Non so perché io sia finito a parlare di questo; forse perché la mia mente ha immaginato scioccamente che il progettista che ha disseminato corbezzoli lungo tutto il “ponte” dell’Unical pensava benevolmente a quegli studenti che nelle maisonnette facevano quasi la fame? Non saprei: di certo so che in quarant’anni, a fronte di tante conquiste, una piccola perdita c’è stata: il prezzo (da niente) dei corbezzoli ignorati.

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