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Nel primo post di questo blog abbiamo provato a spiegare perché ha un titolo che può sembrare complicato ed esterofilo. In realtà la serendipity (serendipità) indica quel felice processo di scoprire una cosa mentre se ne cerca un’altra; non significa solo fortuna, ma tante altre cose: ricerca, costanza, ampia visione, imprevisto e acume.

Un caso esemplare e perfetto di tutto questo è stata la vita e il lavoro di ricercatrice di Rita Levi-Montalcini. Inutile provare a sintetizzare l’esistenza centenaria e le tantissime attività di questa grande scienziata italiana, dedicate alla ricerca e all’impegno civile e sociale. Ci piace soltanto ricordare che nella sua scoperta principale, il nerve growth factor (NGF), che lei identificò come fattore di promozione della crescita nervosa e che le fruttò anche il Premio Nobel per la medicina, la serendipity ha giocato un ruolo di una certa importanza.

La storia è breve, la Professoressa Levi-Montalcini, insieme al suo collaboratore Stanley Cohen, aveva bisogno di capire se era una proteina o un acido nucleico a stimolare la crescita nervosa che lei aveva già identificato e della quale cercava la causa prima. Su suggerimento di Arthur Kornberg, ricercatore esperto di enzimi, usò del veleno di serpente perché adatto a degradare gli acidi nucleici e tramite esso quindi poter eventualmente confermare o smentire che il fattore era di origine proteica. Quando lei provò il veleno di serpente su una frazione di tessuto nervoso ottenne un risultato del tutto inatteso e contrario al senso comune di quel momento. La sostanza produceva una stupefacente crescita nervosa, e poiché il fattore neurotonico era considerevolmente elevato, tramite l’uso del veleno di serpente (che non è altro che una speciale saliva) lei poté identificare l’NGF in una molecola proteica della quale calcolò con esattezza il peso molecolare e le proprietà fisico-chimiche.

In sostanza, il veleno usato non soltanto ha avuto un effetto contrario a quello atteso, ma il suo uso pur non appropriato in quell’esperimento ha portato la Levi-Montalcini a scoprire, senza alcun dubbio, le sue capacità di promozione della crescita nervosa e, insieme ad esso, capacità simili nelle ghiandole salivari dei mammiferi.

Nel primo post dicevamo: “Per cogliere l’indizio che porterà alla scoperta occorre essere aperti alla ricerca e attenti a riconoscere il valore di esperienze che non corrispondono alle aspettative originarie.” Questo è esattamente quello che ha fatto in quel caso Rita Levi-Montalcini, che ha avuto l’intelligenza di capire il risultato che le si era presentato in una forma del tutto inattesa, e che lei ha comunque saputo interpretare e sfruttare al meglio anche attraverso la sua costanza e perseveranza senza le quali non avrebbe ottenuto i risultati eccezionali raggiunti.

Perseveranza e costanza che ha saputo mantenere anche di fronte alle perplessità del suo mentore, il Prof. Giuseppe Levi, il quale pur essendo stato il grande “maestro” di ben tre Premi Nobel (non so quanti possano vantare questo primato), non riusciva a convincersi della scoperta della sua allieva che a quel tempo andava contro le conoscenze consolidate in quel campo. Una scoperta che porta e porterà molti benefici al genere umano e alla quale la serendipity ha dato un piccolissimo, ma importante, contributo.

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