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Come sappiamo, come sapete, la Calabria ha tre aeroporti. Lamezia Terme, Reggio Calabria e Crotone. Il primo va bene, il secondo va così così e il terzo va male. Nel gennaio scorso il governo diede via libera in zona Cesarini al piano nazionale per il riordino degli aeroporti italiani. Il progetto crea una sorta di Premier League degli aeroporti (in tutto sono 31), definendo gli scali che manterranno concessione nazionale e saranno oggetti di interventi di ammodernamento e infrastrutturazione a carico dello Stato. Questo elenco comprende: Bergamo, Bologna, Genova, Milano Linate, Malpensa, Napoli, Palermo, Roma Fiumicino, Torino, Venezia, Alghero, Bari, Brindisi, Cagliari, Catania, Firenze, Lamezia Terme, Olbia, Pisa, Roma Ciampino, Trapani, Treviso, Verona, Ancona, Pescara, Reggio Calabria, Trieste Lampedusa, Pantelleria, Rimini e Salerno. Gli aeroporti esclusi dalla lista di interesse nazionale invece dovranno essere trasferiti alle Regioni competenti o ai rispettivi enti locali, che ne valuteranno la diversa destinazione d’uso e/o la possibilità di chiusura. Stop quindi alla realizzazione di nuovi scali tra cui in particolare Grazzanise e Viterbo. Tra i grandi assenti nella Serie A degli scali tricolori ci sono Brescia, Bolzano, Crotone, Cuneo, Foggia, Parma, Perugia e Siena, il cui destino è affidato ora alle decisioni (e alle tasche) delle autorità locali. Nonostante sia questo l’indirizzo,dettato soprattutto dal mercato, affiora sempre nei vari territori l’aspirazione di creare nuovi aeroporti. Durante la campagna elettorale, giusto per restare nelle cose calabresi, si solleva il problema dell’esigenza di creare un nuovo scalo a Sibari. Ma è di questi giorni la notizia che si vorrebbe creare un nuovo aeroporto tra Cirò Marina e Cariati, nel caso chiudesse quello di Crotone. Ogni commento è superfluo. “Spoglia Gesù per vestire Maria”.

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