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Durante le ore che hanno preceduto l’elezione del Capo dello Stato Matteo Renzi ha sbarrato la strada a Franco Marini e Anna Finocchiaro. Che significa che ha sbarrato la strada? Un modo di dire. Senza alcuna violenza verbale il sindaco Matteo Renzi ha detto pubblicamente, ovvero spiegandone i motivi, perché era contrario alla candidatura di questi due dirigenti del Pd. Anna Finocchiaro indispettita e risentita ha chiamato Renzi “miserabile”. Questo sì un insulto gratuito. Qualcosa del genere era successo durante le primarie quando Renzi usò il termine “rottamazione” per definire l’esigenza di rinnovare anagraficamente la nomenclatura. Anche in quell’occasione l’epiteto più gentile riservato a Renzi fu quello di intruso. Clandestino. Si scagliarono contro, con diverse tonalità, Anna Finocchiaro, sempre lei, Rosy Bindi, Franco Marini, Massimo D’Alema. Questi i più agguerriti. Salvo poi – come fece D’Alema – ad andare a parlare con Renzi. E oggi il Pd, sull’orlo di una balcanizzazione senza ritorno, ha bisogno disperatamente di Renzi. Ma la metà del partito lo dice e ammette che c’è bisogno, salvo il pericolo di inabissarsi, di una risorsa come Matteo Renzi. Risorsa nel lessico democrat significa testa calda. L’altra metà non lo dice e non lo dirà mai che c’è bisogno di Renzi. Intanto, in attesa che l’assemblea scelga il traghettatore, il navalestro, si tengono caminetti nei quali si discute sul sesso degli angeli. Renzi ha fatto sapere di non essere interessato alla segretaria del partito, tanto meno vuole essere cooptato e successivamente risucchiato nelle Fosse delle Marianne. Renzi ha chiesto, per un suo uomo, il posto che è stato sino all’altro giorno di Nico Stumpo. Il Cardinale Mazzarino delle primarie. Colui il quale le ha blindate, rendendole di fatto farlocche. Come racconta l’esperienza calabrese, dove sono stati fatti d’ufficio alcuni parlamentari di mestiere funzionari di partito.

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