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Se mi vestissi da prete andando in giro per la mia città credo che qualcuno se ne accorgerebbe. A meno che non fossi su un set a girare un film oppure inghiottito dal carnevale. Eppure giorni fa un signore è stato fermato a Rende vestito con la divisa di colonnello della Guardia di Finanza. Non un forestiero e neppure un burlone o un perdigiorno. Un signore normale. Pieno di idee, di risorse e di fantasia. Con un lavoro e impegnato in politica (e ciò potrebbe essere un’aggravante). Tant’è che il transformer svolgeva, sino all’arresto, il ruolo di “capo struttura” di un consigliere regionale che si è detto basito scoprendo che il suo collaboratore coltivava questo hobby. A cosa gli servisse il travestimento lo stanno scoprendo gli investigatori. Se dietro c’è un’innocua messinscena oppure qualcosa di più disdicevole. L’episodio rimanda all’irrisolto dubbio: l’ abito non fa il monaco oppure sì? Per sciogliere questo nodo occorre richiamare il trasformista della Bella Epoque, Leopoldo Fregoli. Di cui il suo emulo Arturo Brachetti ebbe a dire: «Fregoli!. Come dire Zakatam! O Zip, o Flash…Una parola che evoca un effetto fulminante! …star mondiale della belle Epoque ma ancor più enfant prodige senza tempo, così mi piace immaginarlo: un bambino che si diverte a trasformarsi, fare scherzi, sparire e apparire come un folletto iperattivo. E come ogni creatura di fantasia continuerà a vivere, perché noi ne abbiamo bisogno…».

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