X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

In una nota dello scorso mese di gennaio abbiamo scritto dei “dannati digitali” (www.ilquotidianodellacalabria.it/blog/710321/C-e-speranza-per-i-dannati.html). Una nuova categoria di umani che popolano le zone dell’Europa ancora oggi non raggiunte dalla rete a larga banda (cioè da internet veloce).  Le aree dove vivono e operano i dannati digitali italiani, manco a farlo apposta, si trovano tutte nelle regioni del Sud e delle isole; in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia.

Per i cittadini che vivono quello che gli americani chiamano digital divide, in questi giorni sono arrivate due notizie incoraggianti. La prima è che è prevista a breve (speriamo) la pubblicazione del Bando da 126 milioni di Euro per l’espansione della banda larga di base e per garantire la banda ultra larga ad oltre il 50% della popolazione in Calabria. Si consideri che in Italia solo il 55% delle famiglie usa la banda larga per la connessione ad internet, contro il 77% delle famiglie francesi, l’82% di quelle tedesche e l’86% delle famiglie del Regno Unito. Se non è digitale divide questo!

La seconda buona notizia viene dall’Aspromonte. Con pochi denari si è realizzata un’ottima soluzione pratica al problema dei dannati dalla rete che vivono in zone non servite o disagiate. Nella scuola “Corrado Alvaro” di San Luca, la dirigente scolastica Domenica Cacciatore ha risolto il problema della connessione ad internet per la scuola e per i progetti dei suoi alunni grazie alla connessione via satellite messa a disposizione da Eutelsat Italia.

E’ la stessa preside a raccontarlo: “La tecnologia è servita perché a San Luca non c’è l’ADSL. A scuola avevamo una connessione che ci garantiva il MIUR nell’ambito di un progetto che però stava per essere dismesso. Quindi rischiavamo di rimanere sconnessi col mondo. Grazie all’intervento di Eutelsat, che ci ha fornito la parabola, non solo c’è stata la connessione ma la connessione veloce che ci consente di fare didattica con  Internet. La soluzione – ha spiegato ancora la preside – ci ha consentito di dimostrare ai ragazzi e alle famiglie l’importanza di comunicare e di confrontarsi con il mondo per una sana contaminazione di crescita.”

Ovviamente una soluzione di questo tipo non serve soltanto per connettere le scuole, ma può essere usata anche dalle pubbliche amministrazioni, dalle imprese, dai negozianti, dalle biblioteche e da tanti altri. Da chiunque viva e lavori in zone non servite che così ha un’alternativa praticabile per non vivere un handicap di connessione che spesso diventa handicap economico, culturale e di opportunità.

Molte zone del Sud purtroppo oggi sono abitati da “dannati autostradali”, “dannati ferroviari” e “dannati da disoccupazione e sottosviluppo”. Mentre queste dannazioni sono più dure ad essere sconfitte, la flessibilità della rete e delle nuove tecnologie danno maggiori speranze ai dannati digitali che anche grazie ad una parabola ed al suo segnale, potranno sentirsi uguali agli altri. Insomma, forse possiamo non disperare, una parabola ci salverà.

L’esempio dell’istituto “Corrado Alvaro” (quale nome migliore si potrebbe avere per un progetto culturale) potrebbe servire per tutti i territori dell’Aspromonte che sono stati sempre penalizzati dalla mancanza di strade, infrastrutture e servizi. Chissà che non venga in mente a qualcuno di lanciare un progetto per avere un “Aspromonte Digitale” e farne un luogo e un laboratorio diffuso di attività culturali, produttive, di commerci via internet e di servizi tutti legati alle nuove tecnologie, al loro uso nelle aree disagiate dove le risorse naturali e le intelligenze giovanili da utilizzare certamente non mancano.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE