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In un precedente blog ho trattato un argomento ignobile: le flatulenze delle aringhe. Ricordando come Marc Abrahams, inventore negli States dei premi Ignobel, avesse rammentato come nel 2004 il premio per biologia fu assegnato a due team di scienziati che avevano scoperto, indipendentemente, che le aringhe comunicano tra loro emettendo peti. 

Le aringhe fanno ancora notizia per come racconta il corrispondente da Bruxelles del Corsera Luigi Offeddu. «Per un aringa in più. Nelle isole Fær Øer, meno di 50 mila abitanti felicemente tormentati dai venti del Nord, il “faroese” come lingua propria e una storia fatta di vichinghi, tempeste e balene, c’è qualche politico che non ne può più dell’Unione Europea. Perché proprio la Ue ha vietato le importazioni nei suoi Paesi membri di aringhe e sgombri catturati dai pescatori faroesi: il 95 % dell’export isolano, il cuore dell’orgoglio nazionale a marcire nelle cambuse. Così, un grido: “Basta!”. E in qualche comizio, l’inno antico: Tù alfagra land mìtt, “Tu, mia terra meravigliosa…”». Penso che noi meridionali dovremmo rivalutare le sarde. 
D’altra parte Andrea Camilleri l’ha già fatto con le “sarde a beccafico” che Adelina prepara per Salvo Montalbano.
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