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La topa gravida incontrando un maschio di maggior gradimento, riassorbe i feti fino ad annullarli. Si fa mettere incinta dal nuovo amico e riparte da zero (Sette, Dell’Arti)

Su un Sette di qualche settimana fa ho letto che in un isolotto del Pacifico, Engebi, luogo scelto dagli americani per una serie di esperimenti nucleari, una cosa  del tipo quattordici bombe nucleari e una termonucleare in quattro anni, una sola forma vivente sopravvisse: i topi. Siccome il suolo era diventato una lastra di vetro, da roditori erano diventati pescatori. Si nutrivano di pesca. Sorci maledetti. Pare che in nessun modo possano essere sterminati tutti. Almeno uno sopravviverà, probabilmente una femmina. Questa cosa me ha fatta venire in mente un’altra. Altra cosa a sua volta scaturita da un evento che nulla ha a che fare con topi, eventi nucleari o similia: il compleanno di mio nonno Aldo. Che è oggi. Più di 90 primavere festeggia.
Quando ancora i nonni abitavano alla Piazzetta (i bizantini doc sanno, per gli altri si tratta di un noto quartiere nel centro storico) sotto casa c’erano le cantine. Luogo off limits per noi nipoti, per via dei topi, appunto, oltre che delle trappole/veleno in uso per prenderli.
Ogni tanto, molto di rado eh, qualcuna di queste sorche malefiche prendeva le scale e sprezzante del pericolo entrava in casa. Una volta mi passò sopra i piedi mentre ero in cucina. Lanciai un urlo che è entrato negli annali mnemonici della famiglia. Cose del tipo: “Ti ricordi quando Mita urlò per il topo” e via discorrendo.
Mia nonna, uno scricciolo di donna, scarsi un metro e sessanta, tosta come l’acciaio eppure tutta dolcezza e sorrisi con noi nipoti, intervenne nell’immediato. Fece sgombrare la cucina, inforcò una scopa e cominciò a sbatterla per terra. Il ratto s’intimidì, capì di averla fatta grossa e tentò la fuga verso la cantina. La nonna intimò a me e mio fratello di restare immobili dove eravamo e si cataminò giù per le scale. Ovviamente io e il fratello la seguimmo. Figuriamoci. Lì si presentò una scena che Hitchcock ci avrebbe rigirato su Baby Jane. La bionda capigliatura della nonna tutta scarmigliata mentre lei come una invasata riduceva l’essere in poltiglia.
 A distanza di trentanni ancora ho la scena davanti agli occhi. Ecco, io credo che mia nonna avrebbe potuto distruggere una intera colonia di topi se avesse voluto. anzi, avrebbe potuto sterminarli tutti. Che donna.
E’ il compleanno di mio nonno, lo so. E di aneddoti ne ho a bizzeffe anche su di lui. Ma loro sono una persona sola. Aldo&Teresa.
 Anche oggi che la testa traballa, i ricordi sfumano.
Anche oggi che le cose si confondono, i giorni si accavallano.
 Ancora oggi si addormentano mano nella mano. Ancora oggi sono i miei eroi. Auguri, nonno. 

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