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Ho mal di testa e di universo (Fernando Pessoa)
Il Calendario della Cornacchia (in attesa dell’Avvento) giorno 12
Da stamattina ho mal di testa. Ora è diventata una tremenda emicrania. In tutta sincerità l’unica ricetta che mi sentirei di darvi è quella del nimesulide, o del voltfast, o di un qualunque potente antidolofirico, il che si ridurebbe a dirvi: prendi un bicchiere d’acqua e manda giù il cachet. Potrei consigliarvi anche una rilassante tisana alla melissa: mettete un bollitore sull’acqua, o una mug nel microonde, poi fateci cadere dentro la bustina, un cucchiaino di miele e il gioco è fatto. Il libro invece ce l’ho, ed è assolutamente, meravigliosamente, perfetto. “Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno” di Ella Berthoud e Susan Elderkin edito da Sellerio. La versione per l’Italia da Fabio Stassi, Ricette per anima e corpo di quel potente curativo che è la lettura. Dalla A di abbandono alla X di xenofobia. L’alfa e l’omega del libro. E’ un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro. Il mal di testa, per esempio, si cura con Ernst Hemingway. L’impotenza, che ve lo dico a fare, con il “Bell’Antonio” di Brancati. Il mal di denti con “Anna Karenina”, ne soffre il marito, il conte Vronsky, dovremmo sentirci meglio per empatia, credo. Ah, visto che è stagione, la depressione per la condizione di disoccupati potrebbe essere alleviata dalla lettura di Haruki Murakami, “L’uccello che girava le viti del mondo”. Non mi fido, ma fate voi. Mentre trovo azzeccato, per chi ha perso il lavoro, Herman Melville con “Bartebly lo scrivano”. Per l’inappetenza pare sia un toccasana Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo”. Non ne ho mai sofferto, mai tanta grazia mi fu concessa, anche qui lascio voi a decidere. Ci sono anche consigli pratici per disturbi compulsivi, le idiosincrasie tipiche della lettura, tipo il non riuscire a smettere di compare libri o “il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà”. Fenoglio curerebbe il mal d’amore e Jean Austen l’arroganza. Insomma tutto vero, ma chiudo citando Maria Rosaria Mancuso  “I libri e il cinema già non fanno ingrassare, non alzano il colesterolo, non rovinano il fegato, non procurano allergie, non mandano in overdose. Lasciateci almeno l’idea che siano un piacere sfrenato, colpevole, anche un po’ perverso”. Insomma niente cure, solo stravizi in carta.
Vabbè ve la do una ricetta, l’unico mio vero toccasana. Aprire il barattolo di Nutella, infilare giù il cucchiaio, infilare in bocca. Ripetere qb

Ho mal di testa e di universo (Fernando Pessoa)

Il Calendario della Cornacchia (in attesa dell’Avvento) giorno 12

Da stamattina ho mal di testa. Ora è diventata una tremenda emicrania. In tutta sincerità l’unica ricetta che mi sentirei di darvi è quella del nimesulide, o del voltfast, o di un qualunque potente antidolofirico, il che si ridurebbe a dirvi: prendete un bicchiere d’acqua e mandate giù il cachet.
 Potrei consigliarvi anche una rilassante tisana alla melissa: mettete un bollitore sul fuoco, o una mug nel microonde, poi fateci cadere dentro la bustina, un cucchiaino di miele e il gioco è fatto.

 Il libro invece ce l’ho, ed è assolutamente, meravigliosamente, perfetto. “Curarsi con i libri. Rimedi letterari per ogni malanno” di Ella Berthoud e Susan Elderkin edito da Sellerio. La versione per l’Italia è curata da Fabio Stassi. Ricette per anima e corpo di quel potente curativo che è la lettura. Dalla A di abbandono alla X di xenofobia. L’alfa e l’omega del libro. 
E’ un vero e proprio breviario di terapie romanzesche, antibiotici narrativi, medicamenti di carta e inchiostro. Il mal di testa, per esempio, si cura con Ernst Hemingway. L’impotenza, che ve lo dico a fare, con il “Bell’Antonio” di Vitaliano Brancati. Il mal di denti con “Anna Karenina“, ne soffre il marito, il conte Vronsky, dovremmo sentirci meglio per empatia, credo. Ah, visto che è stagione, la depressione per la condizione di disoccupati potrebbe essere alleviata dalla lettura di Haruki Murakami, “L’uccello che girava le viti del mondo“. Non mi fido, ma fate voi. Mentre trovo azzeccato, per chi ha perso il lavoro, Herman Melville con “Bartebly lo scrivano”.
Per l’inappetenza pare sia un toccasana Tomasi di Lampedusa con “Il Gattopardo“. Non ne ho mai sofferto, mai tanta grazia mi fu concessa, anche qui lascio voi a decidere. 
Ci sono anche consigli pratici per disturbi compulsivi, le idiosincrasie tipiche della lettura, tipo il non riuscire a smettere di compare libri o “il vizio apparentemente insanabile di lasciare un romanzo a metà“. Fenoglio curerebbe il mal d’amore e Jane Austen l’arroganza. 
 Tutto vero, ma chiudo citando Maria Rosaria Mancuso: “I libri e il cinema già non fanno ingrassare, non alzano il colesterolo, non rovinano il fegato, non procurano allergie, non mandano in overdose. Lasciateci almeno l’idea che siano un piacere sfrenato, colpevole, anche un po’ perverso”.  Insomma niente cure, solo stravizi in carta.
Vabbè ve la do una ricetta, l’unico mio vero toccasana: aprire il barattolo di Nutella, mandare giù il cucchiaio, infilare in bocca. Ripetere qb

 

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