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Ci siamo, Natale è alle porte e l’Avvento sta per compiersi. Anche quello della Cornacchia.
Sono quasi un po’ triste al pensiero di aprire l’ultima casella del mio personalissimo calendario. Mi ha fatto compagnia in giornate non sempre facili. Il mio salvagente natalizio. Per lasciarci mi sembrava d’obbligo postare il libro delle festività per eccellenza: Canto di Natale di Charles Dickens. La storia è, o dovrebbe essere nota. E’ il 24 dicembre 1843, la vigilia di Natale e il signor Scrooge è nel suo ufficio, intento al lavoro, che nessuno sa veramente quale sia. Di lui sappiamo che è un avaro, ma uno di quelli proprio da letteratura, cioè all’estremo, tanto che Paperon de’ Paperoni è isperato a lui e si chiamava all’inizioScrooge McDuck. Durante la notte gli appaiono in sonno il fantasma di un vecchio socio, Jacob Marley, consapevole di aver sprecato la vita e, subito dopo gli spiriti dei Natali, passato, presente e futuro, che lo metteranno in guardia dal fare la stessa fine, prospettandogli una morte in solitudine. L’ipotesi di una tale tremenda eventualità fa scattare in Ebenezer Scrooge il cambiamento: la volontà di donare ai poveri se stesso e i propri averi. Se non conoscete questa storia allora nella vostra vita siete stati vittime di un’incantesimo, imprigionati in un quiz pomeridiano di Canale 5 o non so in quale mistero, perché Canto di Natale di Dickens è l’opera più trasposta, messa in scena, copiata, reinventata e rifatta in tutta la narrativa dell’Occidente (sospetto che anche in Cina abbiamo un EbenezeL ScLooge, nonostante non abbiamo il Natale, ma nessuno è perfetto). Non ho i numeri alla mano ma credo che dai Simpons a Carlo Verdone, da Bill Murray all’horror, tutti si sono sottoposti al rito di passaggio del racconto creato da Dickens. Natale è un rito che coinvolge quella cosa strana, bella, rotta, maledetta, avvolgente, calda, fredda e misteriosa che è la famiglia. Quella in cui siamo nati o che ci siamo creati, quella che cresce ogni giorno, fatta di parenti, di amici e di una lista infinita di affini che non stiamo ad elencare. Natale è un’occasione. Se poi non la si vuole cogliere, va bé, pazienza, ce ne faremo una ragione.
L’ultima ricetta che voglio dare riguarda un dolce che è diventato protagonista del Natale al cinema, cioè gli Omini di pan di zenzero che tutti abbiamo visto nei capitoli di Shrek. I biscotti sono buoni e sono meglio quando si mangiano insieme, chiacchierando e ridendo, poi lo zenzero aiuta a digerire e sappiamo che ce ne sarà bisogno.
gli ingredienti sono:
Farina: 350 gr
Burro: 150 gr
Cannella: 2 cucchiaini
Noce moscata: 1 pizzico
Zenzero: 2 cucchiaini
Bicarbonato: ½ cucchiaino
Uova: 1
Zucchero: 160 gr
Miele: 150 gr
Chiodi di garofano: ½ cucchiaino (se piace)
Sale: 1 pizzico
In una ciotola capiente sbattete il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e cremoso: aggiungete la farina, le spezie, il miele, il sale, l’uovo e il bicarbonato, impastate bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo.
Avvolgete l’impasto di pan di zenzero nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 3 ore.
 Trascorso il tempo necessario, stendete l’impasto con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile; ricavate delle sagome con dei tagliapasta di diverse forme natalizie oppure a forma di omino. Adagiate tutte le sagome ricavate in una teglia foderata con carta forno, facendo in modo che i biscotti non si tocchino tra loro.
Infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 10-15 minuti, o almeno fino a che non saranno dorati, sfornate e lasciateli raffreddare.
I biscotti di pan di zenzero sono ancora più gustosi se sono ricoperti di glassa colorata: montate a neve l’albume e incorporate poco alla volta lo zucchero a velo, aggiungete il colorante alimentare e versate sui biscotti, magari decorandoli con fantasiosi ghirigori. Se invece volete realizzare delle gustosissime decorazioni per il vostro albero di Natale, quando date forma alle sagome di pan di zenzero, bucate la parte superiore del biscotto, cercando di formare un buco capace di reggere un nastrino di raso. Per mantenere freschi e croccanti i biscotti, conservateli in una scatola di latta per 4 o 5 giorni la massimo.

Ci siamo, Natale è alle porte e l’Avvento sta per compiersi. Anche quello della Cornacchia. Oggi, è il giorno. 
Sono quasi un po’ triste al pensiero di aver aperto l’ultima casella del mio personalissimo calendario. Mi ha fatto compagnia in giornate non sempre facili. Il mio salvagente natalizio (ancora ci sto aggrappata, non mollo)

Per lasciarci mi sembrava d’obbligo postare il libro delle festività per eccellenza: Canto di Natale di Charles Dickens.
La storia è, o dovrebbe essere nota. E’ il 24 dicembre 1843, la vigilia di Natale e il signor Scrooge è nel suo ufficio, intento al lavoro, che nessuno sa veramente quale sia. Di lui sappiamo che è un avaro, uno di quelli che ha giurispudenza, letteratura e cioè all’estremo, tanto che Paperon de’ Paperoni è ispirato a lui e si chiamava all’inizioScrooge McDuck.
Durante la notte gli appaiono in sonno il fantasma di un vecchio socio, Jacob Marley, consapevole di aver sprecato la vita e, subito dopo gli spiriti dei Natali, passato, presente e futuro, che lo metteranno in guardia dal fare la stessa fine, prospettandogli una morte in solitudine. L’ipotesi di una tale tremenda eventualità fa scattare in Ebenezer Scrooge il cambiamento: la volontà di donare ai poveri se stesso e i propri averi.
Se non conoscete questa storia allora nella vostra vita siete stati vittime di un’incantesimo, imprigionati in un quiz pomeridiano di Canale 5 o non so in quale mistero, perché Canto di Natale di Dickens è l’opera più trasposta, messa in scena, copiata, reinventata e rifatta in tutta la narrativa dell’Occidente (sospetto che anche in Cina abbiamo un EbenezeL ScLooge, nonostante non abbiamo il Natale, ma nessuno è perfetto).

 Non ho i numeri alla mano ma credo che dai Simpons a Carlo Verdone, da Bill Murray all’horror, tutti si sono sottoposti al rito di passaggio del racconto creato da Dickens.

 Natale è un rito che coinvolge quella cosa strana, bella, rotta, maledetta, avvolgente, calda, fredda e misteriosa che è la famiglia. Quella in cui siamo nati o che ci siamo creati, quella che cresce ogni giorno, fatta di parenti, di amici e di una lista infinita di affini che non stiamo ad elencare.
Natale è un’occasione. Se poi non la si vuole cogliere, va bé, pazienza, ce ne faremo una ragione.

L’ultima ricetta che voglio dare riguarda un dolce che è diventato protagonista del Natale al cinema, cioè gli Omini di Pan di Zenzero che tutti abbiamo visto nei capitoli di Shrek. I biscotti sono buoni e sono meglio quando si mangiano insieme, chiacchierando e ridendo, poi lo zenzero aiuta a digerire e sappiamo che ce ne sarà bisogno.

Ingredienti:

Farina: 350 gr
Burro: 150 gr
Cannella: 2 cucchiaini
Noce moscata: 1 pizzico
Zenzero: 2 cucchiaini
Bicarbonato: ½ cucchiaino
Uova: 1
Zucchero: 160 gr
Miele: 150 gr
Chiodi di garofano: ½ cucchiaino (se piace)
Sale: 1 pizzico

In una ciotola capiente sbattete il burro con lo zucchero fino ad ottenere un composto gonfio e cremoso: aggiungete la farina, le spezie, il miele, il sale, l’uovo e il bicarbonato, impastate bene tutti gli ingredienti fino ad ottenere un composto omogeneo.Avvolgete l’impasto di pan di zenzero nella pellicola trasparente e lasciatelo riposare in frigorifero per almeno 3 ore.
 Trascorso il tempo necessario, stendete l’impasto con un mattarello fino ad ottenere una sfoglia sottile; ricavate delle sagome con dei tagliapasta di diverse forme natalizie oppure a forma di omino. Adagiate tutte le sagome ricavate in una teglia foderata con carta forno, facendo in modo che i biscotti non si tocchino tra loro.Infornate in forno preriscaldato a 180° per circa 10-15 minuti, o almeno fino a che non saranno dorati, sfornate e lasciateli raffreddare.I biscotti di pan di zenzero sono ancora più gustosi se sono ricoperti di glassa colorata: montate a neve l’albume e incorporate poco alla volta lo zucchero a velo, aggiungete il colorante alimentare e versate sui biscotti, magari decorandoli con fantasiosi ghirigori. Se invece volete realizzare delle gustosissime decorazioni per il vostro albero di Natale, quando date forma alle sagome di pan di zenzero, bucate la parte superiore del biscotto, cercando di formare un buco capace di reggere un nastrino di raso. Per mantenere freschi e croccanti i biscotti, conservateli in una scatola di latta per 4 o 5 giorni la massimo.

ps stasera alle 21.10 su Italia Uno c’è “Una poltrona per due” e il 26 su La7 il mio adorato, ultracitato, “Parenti Serpenti”

Un grazie di cuore alla mia famiglia tutta. Quella citata e quella che porto nel cuore, pur non tirandola in mezzo in continuazione. Vi voglio bene (ricordatevelo quando tornerò in me)

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