X
<
>

Condividi:
3 minuti per la lettura

E se ti regalassi
un pesce Axolotl? 
L’Axolotl è brutto. E’ un anfibio che sembra una salamandra. Resta allo stato larvale per tutta la sua vita. Dai tempi degli aztechi è endemico nel lago di Xochimilco, nelle vicinanze di Città del Messico. Oggi è a rischio estinzione a causa dei massicci interventi di drenaggio e contaminazione compiuti per soddisfare il fabbisogno d’acqua della vicina Città del Messico. E’ anche ricercato come specie da acquario ed è considerato una vera leccornia in Messico. Lo fanno fritto. Tutti fattori che aggravano il rischio di estinzione. Siccome non suscita empatia al pari dei panda, non lo pensa nessuno se non l’Ugly Animal Preservation Society che l’ha candidato al concorso “Animale più brutto dell’anno”. Lo scopo è raccogliere fondi per salvarlo. Io volevo indire, invece, un Concorso per salvare il “Regalo più brutto del Natale”, per evitargli l’umiliazione del riciclo, il senso di abbandono tipico del brutto anatroccolo: lì, nero e solitario in mezzo ai regali belli, quelli trattati con i guanti bianchi. Natale è andato, l’anno nuovo arrivato, e l’Epifania si è portata tutto via. I pacchi sono stati scartati, le sorprese fatte e ricevute e gli orrori sono lì, in bella vista. I collant color carne dell’anziana zia, l’inutile e ingombrante lampada etnica dell’amica presunta hippie. Il pigiamone in pile del fidanzato presunto spiritoso che fa il paio con il set da fonduta della cognata. Non discriminiamoli solo perché non ci fanno tenerezza, non abbandoniamoli come fossero un qualsiasi pappagallo Kakapo (altra razza in estinzione). Non ricicliamoli al conoscente sfigato o al parente detestato. Salviamoli e diamo una mano alla talpa salamandra. 
D’altronde per un regalo basta il pensiero. O no? 

L’Axolotl è brutto. E’ un anfibio che sembra una salamandra. Resta allo stato larvale per tutta la sua vita.
Dai tempi degli aztechi è endemico nel lago di Xochimilco, nelle vicinanze di Città del Messico. Oggi è a rischio estinzione a causa dei massicci interventi di drenaggio e contaminazione compiuti per soddisfare il fabbisogno d’acqua della vicina Città del Messico. E’ anche ricercato come specie da acquario ed è considerato una vera leccornia in Messico. Lo fanno fritto. Tutti fattori che aggravano il rischio di estinzione.

 Siccome non suscita empatia al pari dei panda, per esempio, non lo pensa nessuno se non l’Ugly Animal Preservation Society che l’ha candidato al concorso “Animale più brutto dell’anno“. Lo scopo è raccogliere fondi per salvarlo. 

Io volevo indire, invece, un concorso per salvare il “Regalo più brutto del Natale“, per evitargli l’umiliazione del riciclo, il senso di abbandono tipico del brutto anatroccolo: lì, nero e solitario in mezzo ai regali belli, quelli trattati con i guanti bianchi. Natale è andato, l’anno nuovo arrivato, e l’Epifania si è portata tutto via. I pacchi sono stati scartati, le sorprese fatte e ricevute e gli orrori sono lì, in bella vista. I collant color carne dell’anziana zia, l’inutile e ingombrante lampada etnica dell’amica presunta hippie. Il pigiamone in pile del fidanzato presunto spiritoso che fa il paio con il set da fonduta della cognata. Non discriminiamoli solo perché non ci fanno tenerezza, non abbandoniamoli come fossero un qualsiasi pappagallo Kakapo (altra razza in estinzione). Non ricicliamoli al conoscente sfigato o al parente detestato.
Salviamoli e diamo una mano alla talpa salamandra. D’altronde per un regalo basta il pensiero. O no? 

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE