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Oggi voglio parlarvi d’amore, che ieri era fin troppo facile. Oggi che è il giorno della glicemia bassa. Oggi che splende il sole e la primavera (maledetta) inizia a mostrare di che pasta sarà fatta. Oggi che è San Faustino, che se la festa di san Valentino affonda le origini nella leggenda, Faustino lasciamo proprio perdere. Oggi che è il tripudio dei meglio soli che male accompagnati, che l’amore non è l’antidoto alla solitudine. Non è la panacea di tutti i mali. L’amore è riconoscersi. Che il principe azzurro non esiste, anche perché non è che noi sia sia proprio la principessa sul pisello. 
Ve ne parlo io che ho avuto il cuore frantumato, masticato e vomitato fuori. Io che sono stata calpestata. Io che l’ho permesso. Io che non ho mai smesso di crederci. Pur dubitando a lungo. 
Questa è la mia “valentina” nel giorno di san Faustino.
Perché l’amore c’è, e non ci odia. 
Firenze, ora di pranzo. Interno osteria. A un tavolo una coppia, non più giovane, beve vino, mangia. Parlottano, di tanto in tanto cala tra loro un silenzio complice. A un certo punto la signora, argentea e elegante, si alza, va in bagno probabilmente. Si avvicina la cameriera, un elfo colorato, con una lunga treccia rossa e chiede: “Caffè?”. “No –  risponde sorridendo l’avventore – siamo già nervosi di nostro”. “Dice? Non mi siete sembrati per nulla agitati” ribatte l’elfo. L’avventore scuote la testa: “Sono quarant’anni di matrimonio oggi”. “Bello – squittisce l’elfo  – complimenti, un traguardo vero. Auguri”. L’avventore accenna a una battuta, le classiche del caso, poi ci ripensa: “Da quaranta anni mi riempie la vita. Nei giorni bui e in quelli luminosi, come oggi”. “Ma sta diluviando!”. “Appunto”. La moglie torna, poco dopo arriva, offerta dalla casa, una peccaminosa mousse di cioccolato. Lei guarda lui stupita. Lui sorride. Affondano insieme il cucchiaio. Pagano e vanno via.  L’amore è cose, tante. Una l’ho raccontata ora. 
 A Parigi, il 14 febbraio 1400, fu fondato l’Alto Tribunale dell’Amore, aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. Peccato l’istituzione sia poi andata persa, sarebbe tornata utile ai giorni nostri.
 L’augurio che mi faccio è che un giorno qualcuno dica che gli ho riempito la vita, nei giorni bui e in quelli luminosi. Quando fuori piove.
ps Valentino e Faustino, sono santi martiri. 

Oggi voglio parlarvi d’amore, che ieri era fin troppo facile. Oggi che è il giorno della glicemia bassa. Oggi che splende il sole e la primavera (maledetta) inizia a mostrare di che pasta sarà fatta. Oggi che è San Faustino, che se la festa di san Valentino affonda le origini nella leggenda, quella di Faustino lasciamo proprio perdere.

Oggi che è il tripudio dei meglio soli che male accompagnati, che l’amore non è l’antidoto alla solitudine. Non è la panacea di tutti i mali. L’amore è riconoscersi. Che il principe azzurro non esiste, anche perché, diciamocelo,non è che noi si sia proprio la principessa sul pisello. 

Ve ne parlo io che ho avuto il cuore frantumato, masticato e vomitato fuori. Io che sono stata calpestata. Io che l’ho permesso. Io che non ho mai smesso di crederci. Pur dubitando a lungo. 

Questa è la mia “valentina” nel giorno di san Faustino. Perché l’amore c’è, e non ci odia.

Firenze, ora di pranzo. Interno osteria. A un tavolo una coppia, non più giovane, beve vino, mangia. Parlottano, di tanto in tanto cala tra loro un silenzio complice.
 A un certo punto la signora, argentea e elegante, si alza, va in bagno probabilmente. Si avvicina la cameriera, un elfo colorato, con una lunga treccia rossa e chiede: “Caffè?”.
“No –  risponde sorridendo l’avventore – siamo già nervosi di nostro”.
“Dice? Non mi siete sembrati per nulla agitati” ribatte l’elfo.
 L’avventore scuote la testa: “Sono quarant’anni di matrimonio oggi”. “
“Bello – squittisce l’elfo  – complimenti, un traguardo vero. Auguri”.
L’avventore accenna a una battuta, le classiche del caso, poi ci ripensa: “Da quaranta anni mi riempie la vita. Nei giorni bui e in quelli luminosi, come oggi”.
“Ma sta diluviando!”.
“Appunto”.
La moglie torna, poco dopo arriva, offerta dalla casa, una peccaminosa mousse di cioccolato. Lei guarda lui stupita. Lui sorride. Affondano insieme il cucchiaio. Pagano e vanno via.
  
L’amore è cose, tante. Una l’ho raccontata ora. 

 A Parigi, il 14 febbraio 1400, fu fondato l’Alto Tribunale dell’Amore, aveva lo scopo di decidere su controversie legate ai contratti d’amore, i tradimenti, e la violenza contro le donne. Peccato l’istituzione sia poi andata persa, sarebbe tornata utile ai giorni nostri.

 L’augurio che mi faccio è che un giorno qualcuno dica che gli ho riempito la vita, nei giorni bui e in quelli luminosi. Quando fuori piove.

ps Valentino e Faustino, sono santi martiri. 

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