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I mondiali di calcio che stanno per iniziare in Brasile saranno visti da miliardi di telespettatori in tutto il mondo. Sicuramente lo spettacolo calcistico sarà garantito, anche se i poveri del Brasile ormai da qualche tempo protestano per mostrare al mondo le differenze e le sofferenze sociali che segnano quel grande paese. Insieme ai campioni famosi e ai loro goal, il mondiale brasiliano sarà però ricordato per un evento che molte televisioni e giornali finora non hanno raccontato per come merita.

Il 12 giugno quando a San Paolo saranno le 17:00 (le 22:00 in Italia), un ragazzo paraplegico darà il calcio d’inizio ai Campionati Mondiali di calcio, 2014 FIFA World Cup Brazil, durante la partita Brasile-Croazia. Una cosa che fino a poco tempo fa in molti consideravano un vero miracolo, oggi è diventata realtà grazie al progetto “Andar de novo” (Walk again project) coordinato dal neuro-scienziato brasiliano Miguel Nicolelis e che coinvolge la Duke University di Durham della North Carolina, la Technical University di Monaco, lo Swiss Federal Institute of Technology di Losanna, l’Edmond & Lily Safra International Institute of Neuroscience di Natal in Brasile, la University of California at Davis e la University of Kentucky. Il ragazzo indosserà un esoscheletro che gli permetterà di guidare il movimento delle sue gambe con il pensiero per poter calciare il pallone. Gli elettrodi posti nel casco sulla sua testa riceveranno gli impulsi dal cervello del ragazzo e invieranno il segnale elettrico a un computer posto sulla sua schiena che lo trasformerà in comando di movimento per l’esoscheletro bionico che indosserà.

Sarà un calcio d’inizio storico perché farà capire a una grande platea mondiale come, grazie alla scienza che studia le interfacce neurali, dette anche interfacce cervello-macchina (brain-machine interfaces), è possibile tradurre il pensiero in azione, permettendo a persone con grandi difficoltà fisiche di agire e muoversi secondo la loro volontà. Le interfacce neurali sono capaci di leggere il pensiero di una persona (la sua attività neuronale) e trasformarla in segnali di controllo digitale che, tramite un computer possono, guidare un arto artificiale, attivare uno dei cinque sensi o comandare un apparato robotico che sostiene i movimenti di una persona. Leggere il pensiero e trasformarlo in azione fisica non è evidentemente una cosa semplice. Le attività di ricerca sono iniziate nel 1973 con un lavoro pioneristico del belga Jacques Vidal svolto nella californiana UCLA e da allora vede impegnati migliaia di ricercatori nel mondo. Un lavoro collettivo di ricerca che recentemente sta avendo successo con risultati straordinari per le persone con disabilità gravi.

Fortunatamente questi risultati scientifici avranno una platea mondiale in Brasile che potrà vedere come la ricerca può risolvere grandi problemi per l’umanità. Infatti, nei prossimi decenni le interfacce neurali potranno cambiare la vita di milioni di persone che non riescono a camminare, a usare gli oggetti, a parlare o a vedere.

Come nel caso del primo passo dell’uomo sulla Luna, quello che vedremo sul tappeto verde dello Stadio Corinthians di San Paolo sarà “un piccolo passo per l’uomo, ma è un grande passo per l’umanità”.

 

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