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Per il Sersale una stagione da ricordare: il club giallorosso ha vinto tutto ciò che c’era da vincere anche dal punto di vista del comportamento

L’ultimo trionfo è senza dubbio il più bello. Non che i precedenti siano da disprezzare, tutt’altro, ma nel momento in cui si vince anche dal punto di vista della correttezza e del comportamento, allora la soddisfazione e l’orgoglio salgono alle stelle. Il Sersale dei “miracoli”, il Sersale che ha stupito tutto, il Sersale che ha fatto il triplete (campionato, coppa e Supercoppa) è volato in Serie D portandosi dietro anche il titolo di società più corretta del torneo. La prima posizione finale nella graduatoria relativa alla Disciplina testimonia ancora di più la bella realtà presieduta da Ettore Gallo. Tutti, a Sersale, cittadina ospitale e laboriosa, devono sentirsi orgogliosi di questo premio. Un primato che onora e gratifica chi si è speso far sì che la domenica sia veramente una semplice giornata di sport. L’accoglienza e l’ospitalità, a Sersale, sono sacre. La squadra vince o perde, ma l’educazione e le buone maniere rimangono sempre le stesse. C’è una tifoseria che applaude e saluta tutti e che mai si lascia andare in gesti dannosi per il proprio club. C’è una società che ha fatto dell’accoglienza e del rispetto uno stile di vita. C’è un tecnico che è l’emblema del fair play e c’è una squadra che si è subito attenuta a quelle che sono le norme regolamentari e di correttezza fortemente volute dal presidente Gallo e dagli altri dirigenti. Lo stesso presidente, pure quando deve manifestare il proprio disappunto, riesce a farlo con garbo e quasi a bassa voce. Anche il primo cittadino, sempre vicino alle sorti della squadra, incarna i valori sani di sport e di vita, perché Sersale è veramente un’isola felice. E di questo tutti devono Adesso, che si è in Serie D, le difficoltà aumentano. I problemi si triplicano. Le cose da fare sono numerose. Ma ogni ostacolo verrà affrontato con il sorriso, con la massima determinazione e con le buone maniere. Perché Sersale sa vincere in campo e nella vita di ogni giorno.

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