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Erotica battente 
Calabria ionica, esterno Università popolare.  Mastro Rino, tiene le corde in vibrazione facendo risuonare 
i bassi della sua chitarra battente. Miami, interno treno in movimento. Zucchero “Candito” Kandinsky 
strimpella sensuale il suo piccolo ukulele. 
L’ukele è stato lo strumento musicale più venduto nel 2012. La chitarra battente sta perdendosi. 
Uno è pop, l’altra è folk. 
Il primo è un sexy toys a quattro corde, facile da suonare e divertente. Viene dalle Hawaii e fa 
subito gonnellini di rafia, collane di fiori e plasticosa felicità. Spopola negli spot pubblicitari e in film 
intellettualmente à  la page. E’ il primo strumento che comprò Syd Barrett.  In Tracce di luce, episodio del 
videogioco “Pokémon ranger” il protagonista è accompagnato da un pichu che non si stacca mai dal suo 
ukulele. Non chiamatela mai chitarrina.  E’ alla moda, è cool, è hip. 
L’altra, la nostrana chitarra battente, resiste sono nella tradizione, nel folk popolare. E’ maschia. E’ erotica. 
E’ complicata.  Si tramanda per adduzione. Corde sottili e tutte uguali. Il trucco, l’abilità è nell’accordarla 
alla perfezione. Suona acuta con sonori e cupi bassi. Cosa per orecchie allenate.
In un passato recente eppure remoto era strumento di seduzione, si usava per le serenate. Si ingaggiavano 
sunaturi e cantaturi  si spedivano sotto casa della bella per farla desistere e falla cadere, in amore. 
Funzionava, si innamoravano.  Oggi fa pensare a paglie in testa,  visi scavati e mani operose. 
E’  il mio suono dell’estate. Aspro. “Nessuno è perfetto”, del resto.

La Cornacchia,  cioè me, cioè la neo professionista (sempre semi inoccupata) quest’estate sarà carne, pesce e verdure. Un accattivante Cous-Cous.
Versione cartacea, i vecchi amori fanno dei giri immensi e poi ritornano. I nuovi amori però vanno coltivati, quindi ve lo rispammo anche qui. 
Gli aficionados, però, accattatv u giornale. 

Calabria ionica, esterno Università popolare. Mastro Rino, tiene le corde in vibrazione facendo risuonare i bassi della sua chitarra battente.
Miami, interno treno in movimento. Zucchero “Candito” Kandinsky  strimpella sensuale il suo piccolo ukulele. 
L’ukele è stato lo strumento musicale più venduto nel 2012. La chitarra battente sta perdendosi. 
Uno è pop, l’altra è folk. 
Il primo è un sexy toys a quattro corde, facile da suonare e divertente. Viene dalle Hawaii e fa  subito gonnellini di rafia, collane di fiori e plasticosa felicità.
Spopola negli spot pubblicitari e in film intellettualmente à  la page. E’ il primo strumento che comprò Syd Barrett.  In Tracce di luce, episodio del  videogioco “Pokémon ranger” il protagonista è accompagnato da un pichu che non si stacca mai dal suo  ukulele. Non chiamatela mai chitarrina.  E’ alla moda, è cool, è hip. 
L’altra, la nostrana chitarra battente, resiste sono nella tradizione, nel folk popolare. E’ maschia. E’ erotica. 
E’ complicata.  Si tramanda per adduzione. Corde sottili e tutte uguali. Il trucco, l’abilità è nell’accordarla alla perfezione. Suona acuta con sonori e cupi bassi.
Cosa per orecchie allenate.
In un passato recente eppure remoto era strumento di seduzione, si usava per le serenate. Si ingaggiavano  sunaturi e cantaturi  si spedivano sotto casa della bella per farla desistere e falla cadere, in amore. Funzionava, si innamoravano.  Oggi fa pensare a paglie in testa,  visi scavati e mani operose. 
E’  il mio suono dell’estate. Aspro. “Nessuno è perfetto”, del resto.

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