X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

«Eravamo tutti scioccati, c’erano due bambini a terra e la maestra che gli aveva fatto male rispose che non le importava». E’ il racconto fatto da un alunno di una scuola elementare di Melito Porto Salvo che, unito a quello di altri bambini ed alle immagini di videocamere nascoste, hanno portato alla sospensione dall’attività per un anno di una insegnante,accusata di maltrattare e offendere gli alunni.

Il provvedimento è giunto a conclusione di indagini condotte dai finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria. Gli alunni, tornati a casa da scuola, spesso raccontavano ai familiari di schiaffi, calci e spinte, ricevuti ingiustificatamente dalla maestra durante le sue ore di lezione. Alcuni dei bambini, spaventati, erano arrivati a fingere stare male o a chiedere espressamente ai genitori di non andare a scuola nei giorni in cui l’insegnante faceva lezione.

La “scioccante conferma” dei fatti riportati dai minori, sottolinea la Gdf, è arrivata dalla visione di alcuni filmati registrati all’interno delle classi con telecamere installate all’insaputa di alunni e personale. Le immagini, infatti, hanno mostrato plurimi episodi di violenza fisica, percosse e strattonamenti, nonché violenza psicologica e verbale da parte dell’insegnante che, sovente, utilizzava un linguaggio “subdolo e scurrile”, chiamando i propri alunni “stupidi e maiali”, e talvolta minaccioso.

I militari hanno approfondito la situazione e con l’autorità giudiziaria inquirente sono stati ascoltati i racconti dei bambini con l’ausilio di una psicologa. Durante tali colloqui, i bambini hanno più volte fatto riferimento a comportamenti offensivi, talora anche violenti, posti dell’insegnante. Hanno raccontato di “una maestra cattiva”, del tutto indifferente alle sofferenze apportate al bambino fisicamente o verbalmente maltrattato.

“Eravamo tutti scioccati, c’erano due bambini a terra e la maestra che gli aveva fatto male rispose che non le importava”, ha raccontato uno di loro, mentre un altro ha detto di aver ricevuto intenzionalmente uno “schiaffo dove avevo la cicatrice di un’operazione chirurgica”.

Analizzato lo scenario, la Procura di Locri ha chiesto al gip l’applicazione della misura interdittiva della sospensione dall’insegnamento, che è stata emessa dal giudice competente per la durata di 12 mesi.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE