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I giudici giurano davanti all’arcivescovo Bertolone

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CATANZARO – La Calabria ha finalmente il Tribunale ecclesiastico d’appello per le cause matrimoniali. La sede è Catanzaro. Una novità importante per l’amministrazione della giustizia canonica in materia matrimoniale nella nostra regione.

Con la riforma di Papa Francesco del 2015, il Tribunale Regionale Calabro è diventato “Interdiocesano”, mantenendo la sede a Reggio Calabria, per il primo grado di giudizio. Mentre tribunale di seconda istanza rimaneva quello Campano, a Napoli. Ma adesso è stato istituito un organo di appello anche in regione, con la denominazione di “Tribunale Ecclesiastico Interdiocesano Calabro d’Appello”.

Ne è vicario giudiziale mons. Erasmo Napolitano, presidente dell’Associazione Canonistica Italiana. La Segnatura Apostolica ha approvato la costituzione del Tribunale seconda istanza il 5 marzo scorso, dopo che la Conferenza episcopale calabra aveva recepito, tramite decreto del 31 gennaio 2021, la volontà dei vescovi della regione, su proposta dell’arcivescovo Vincenzo Bertolone, metropolita di Catanzaro-Squillace e presidente della stessa Conferenza episcopale. Il nuovo tribunale coinvolge ben undici delle dodici diocesi della regione ecclesiastica (l’unica eccezione è Cosenza, la cui sede di appello è a Potenza, come stabilito dalla Segnatura Apostolica, su istanza dell’arcidiocesi bruzia, il 4 luglio 2020).

Insomma, si tratta un riconoscimento rilevante per la Chiesa calabrese e per la sua Conferenza episcopale, che assume sempre più centralità e considerazione nelle dinamiche ecclesiali, da parte di Roma, nonché autonomia per quanto riguarda l’organizzazione strutturale. Ieri, nei locali della curia del capoluogo di regione, l’insediamento solenne del nuovo Tribunale.

L’arcivescovo Bertolone ha sottolineato come, in questa decisione, i vescovi siano stati “mossi dal desiderio di rispondere più pienamente ai principi di prossimità e di sinodalità che animano la riforma del sistema processuale attuata dal Romano Pontefice”. “A coloro che sono chiamati al difficile compito di giudicare della validità del matrimonio – ha continuato l’arcivescovo -, si impone il dovere di approcciarsi con grande carità e rispetto, alle difficoltà in cui si muovono persone e famiglie coinvolte in situazioni di infelice convivenza coniugale, riconoscendo il loro diritto, richiamato con forza da Papa Francesco, ad essere oggetto di una particolare sollecitudine pastorale”.

Iniziano, quindi, in maniera solenne, le attività del neocostituito Tribunale d’appello. Nell’occasione, presente anche il vicario giudiziale del tribunale calabro di prima istanza mons. Vincenzo Varone, secondo il quale l’istituzione di una sede di appello in Calabria dimostra come “le nostre diocesi abbiano un importante patrimonio giuridico, particolarmente arricchitosi negli ultimi anni”.

Oltre che dal vicario Napolitano, il Tribunale d’appello è composto dal promotore di giustizia Davide Riggio, dal difensore del vincolo Francesco Candia, dai giudici Raffaele Facciolo, Pietro Maria Del Vecchio, Nicola Coppoletta, Antonio Denisi, Demetrio Scarica, Raffaele Pragliola, dal cancelliere Pasquale Cuzzilla e dal notaio Antonio Iezzi.

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