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CATANZARO – Una vasta operazione è stata portata a termine dalla Polizia di Stato contro il calcio scommesse. Centinaia di agenti hanno eseguito decine di fermi, emessi dalla Direzione Distrettuale Antimafia presso la Procura della Repubblica di Catanzaro, in oltre ventiprovince italiane. 

Fra gli arrestati figurano calciatori, dirigenti e presidenti di club. L’accusa è di associazione per delinquere finalizzata alla frode sportiva. Tra le persone fermate c’è anche il direttore sportivo della Vigor Lamezia, Fabrizio Maglia, due dirigenti del Comprensorio Montalto Uffugo, Molino e Palermo e Fabio Di Lauro, difensore del Cosenza allenato da Zaccheroni in serie B nella stagione 1994/1995.

Tra gli indagati risultano anche il presidente della Vigor Lamezia, Claudio Arpaia, oltre ad altri dirigenti di società calabresi.  

Sono oltre 70 gli indagati e 50 i fermi emessi dai magistrati di Catanzaro.La Polizia di Stato ha eseguito arresti e perquisizioni in Calabria, Campania, Puglia, Emilia Romagna, Abruzzo, Marche, Toscana, Liguria, Veneto, Lombardia. Per quanto riguarda i fermati, tre serbi e due maltesi sono riusciti a sfuggire perché all’estero.

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L’ATTENZIONE DELLA PROCURA FEDERALE – Anche Il procuratore federale Stefano Palazzi ha preso contatto con la Dda di Catanzaro per avere informazioni sull’inchiesta. Un’inchiesta – ha riferito il procuratore di Catanzaro Vincenzo Lombardo – che Palazzi ha definito: «Un’operazione per disinquinare il mondo del calcio».

LE COMBINE E IL MAFIOSO – Le indagini della Squadra Mobile di Catanzaro avrebbero accertato decine di combine di partite di calcio dei campionati in corso di Lega Pro e Lega D (SCOPRI TUTTE LE PARTITE MESSE IN DUBBIO DALLA PROCURA). L’inchiesta della Procura Antimafia di Catanzaro ha scoperto una rete di associati, fra calciatori, allenatori, presidenti e dirigenti sportivi, che coinvolgerebbe oltre 30 squadre. L’inchiesta, in particolare, sarebbe partita seguendo le mosse di Pietro Iannazzo, esponente dell’omonima cosca di Lamezia Terme e direttamente interessato alle sorti della squadra del Neapolis.

Il fermo, di oltre 1000 pagine, delinea una rete di personaggi, appartenenti a due distinte organizzazioni criminali, rispettivamente attive nella combine di incontri dei campionati di Lega Pro e Lega Nazionale Dilettanti, capaci di alterare risultati e investire danaro nel connesso “giro di scommesse” in Italia e all’estero.

LE SQUADRE COINVOLTE – Le squadre a vario titolo coinvolte come vittime o come “preferite” erano il San Severo, l’Andria, il Neapolis, la Cremonese, la Puteolana, il Savona, l’Akragas, il Brindisi, L’Aquila,, la Torres, il Santaarcangelo, la Juve Stabia, il Pro Patria, il Monza, il Barletta, la Vigor Lamezia, il Sorrento, il Montalto, il Pisa, San Severo ed altre squadre, anche di serie B.

In particolare, perquisizioni e arresti sono stati effettuati durante il maxi-blitz. Diverse perquisizioni riguardano anche sedi di club calcistici, tra cui quella della Vigor Lamezia. 

IL BLITZ IN TUTTA ITALIA – Investigatori della Squadra Mobile di Catanzaro e del Servizio Centrale Operativo stanno operando, oltre che a Catanzaro, anche a Cosenza, Reggio Calabria, Bari, Napoli, Milano, Salerno, Avellino, Benevento, Brindisi, Firenze, L’Aquila, Ascoli Piceno, Monza, Vicenza, Rimini, Forlì, Ravenna, Cesena, Livorno, Pisa, Genova, Savona.

Fra i destinatari del fermo, risultano personaggi stranieri. Per alcuni indagati vengono contestate anche le aggravanti mafiose e transnazionali. Fra questi l’esponente della cosca Iannazzo. Nell’inchiesta risulta coinvolto un poliziotto.

SEQUESTRO DI PERSONA E LITI – Tra i fermati c’è anche un cittadino albanese, così come ha evidenziato il procuratore capo Vincenzo Antonio Lombardo a Sky Tg24, che è accusato anche di sequestro di persona. L’uomo avrebbe, infatti, sequestrato un manager sportivo dopo che il risultato di una partita sulla quale aveva scommesso aveva avuto un esito diverso rispetto a quello concordato. 

«Ci sono state grosse liti tra finanziatori e dirigenti di società perché – ha detto Lombardo – capitava che le partite non andavano per come concordato e gli investitori volevano rientrare nei soldi spesi male. In un caso abbiamo registrato scommesse su una partita per 68mila euro. Si tratta, comunque, di uno spaccato nazionale e internazionale».

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