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LAMEZIA TERME – L’incappucciato torna in azione. Dopo che la sera di sabato scorso un giovane incappucciato è stato ripreso dalle telecamere esterne della videosorveglianza mentre depositava un foglio con la scritta “Mettiti a posto” e tre cartucce calibro 12 all’ingresso del negozio d’abbigliamento “Container” di via Virgillo, nel centro cittadino, nella serata di martedì scorso analago episodio. Questa volta il racket delle estorsioni è entrato in azione nella centrale via Piave. Anche in questo caso le telecamere esterne della videosorveglianza riprendono un giovane incappucciato mentre si china per depositare una busta con due cartucce per fucile calibro 12 all’ingresso del supermercato Conad di Lamezia.

Il ritrovamento del chiaro messaggio estorsivo è stato immediatamente denunciato dai titolari del Conad ai carabinieri di Lamezia Terme che hanno acquisito le immagini delle telecamere iniziando le indagini. Nel giro di pochi giorni, dunque, un’altra intimidazione a scopo estorsivo. Questa volta è stato il supermercato Conad di via Piave (un altro punto vendita si trova in via del Progresso) essere preso di mira dal racket dopo il negozio “Container” le cui indagini in questo caso sono condotte dalla Polizia di Stato. Il giovane che deposita la busta al Conad con le due cartucce è stato ripreso dalle telecamere alle 21.58 della sera di martedì scorso, mentre al “Container” le telecamere ripresero sempre un giovane incappucciato pochi minuti prima delle 23.

Secondo quanto si è appreso, il giovane incappucciato sarebbe stato ripreso dalle telecamere mentre proveniva a piedi da un vicolo adiacente l’ingresso del supermercato Conad. Due episodi analoghi che, dunque, bastano per capire che il racket delle estorsioni in città è tornato. Segnali, però, che erano emersi anche di recente quando si erano verificati altri episodi intimidatori contro attività commerciali e imprenditoriali. Il tutto nonostante le numerose operazioni antimafia degli ultimi anni che hanno colpito le cosche lametine anche per numerosi episodi estorsivi (nonchè attentati intimidatori finalizzati sempre al pagamento del pizzo) che si sono registrati in città negli ultimi anni a Lamezia e di cui per gran parte sono arrivate pure pesanti condanne per boss e gregari del clan Giampà, mentre sono in corso processi che riguardano gli altri clan lametini.

Torna prepotentemente, insomma, l’allarme racket in città sul quale è intervenuta – all’indomani dell’episodio verificatosi al negozio “Container” – la Confcommercio di Lamezia Terme che ha sollecitato «tutte le istituzioni e le energie sane di questa città per finalmente intraprendere un percorso chiaro di sano sviluppo» , aggiungendo che «là dove c’è benessere c’è una società che non necessita di delinquere e questo è un fatto conclamato ed accertato. Pertanto non bastano solo parole di conforto per chi subisce atti intimidatori, ma occorrono serie iniziative di sviluppo».

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