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I due sono ritenuti responsabili della morte di Vincenzo Torcasio avvenuta nel luglio del 2003 vicino un locale di Falerna. Sono anche accusati del tentato omicidio di Vincenzo Curcio avvenuto nella stessa circostanza

di SAVERIO PUCCIO

CATANZARO – Avrebbero ucciso Vincenzo Torcasio nell’ambito della guerra di mafia che da anni insanguina Lamezia Terme. Un omicidio avvenuto il 26 luglio 2003 a Falerna Marina, davanti un noto locale notturno, e ricostruito dalla squadra Mobile di Catanzaro grazie alla collaborazione di alcuni testimoni di giustizia.

In manette sono finiti i fratelli Bruno e Alfredo Gagliardi, ritenuti esponenti di spicco delle cosche federate della ‘ndrangheta lametina, Iannazzo, Cannizzaro e Da Ponte.

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione distrettuale antimafia e hanno portato all’emissioni di un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del tribunale di Catanzaro.

Gli inquirenti hanno potuto utilizzare le dichiarazioni di Gennaro Pulice, divenuto collaboratore di giustizia dopo l’operazione Andromeda dello scorso mese di maggio. E’ stato lui ad indicare i fatti avvenuti durante gli anni trascorsi al servizio dei clan lametini, accusandosi anche di alcuni fatti.

L’ESCLUSIVA DEL QUOTIDIANO SUL PENTIMENTO DI PULICE

Per l’omicidio Torcasio erano stati arrestati lo stesso Pulice e Angelo Anzalone, mentre grazie alle nuove dichiarazioni è stato possibile ricostruire il ruolo di Pulice come killer, con la collaborazione di Bruno Gagliardi che avrebbe avuto il compito di studiare le abitudini della vittima con il fratello Alfredo che avrebbe avuto il compito di attirare lo stesso Torcasio in un tranello.

L’omicidio di Torcasio fu l’ennesimo delitto che insanguinò Lamezia Terme e il suo circondario in quegli anni, elemento della strategia di sangue che le cosche federate Iannazzo, Cannizzaro e Da Ponte stavano conducendo, ha evidenziato la polizia, attraverso l’eliminazione dei componenti al vertice della cosca Torcasio.

Gli omicidi dell’epoca avrebbero dovuto vendicare l’uccisione del vecchio capo cosca Giuseppe Cannizzaro, ammazzato a Lamezia Terme nel 1998, della cui morte l’omonima famiglia di mafia riteneva colpevole il clan Torcasio.

In questo ambito era maturato anche l’assassinio di Nino Torcasio (classe 1975), da parte di Francesco Cannizzaro (classe ‘78), avvenuto a marzo 2002. Inoltre era stato tentato anche l’omicidio dell’intera famiglia Torcasio, con un attentato portato a termine con una bomba nascosta in un pacco regalo consegnato nell’abitazione della stessa famiglia.

L’ordinanza di arresto notificata oggi è stata notificata a Bruno Gagliardi nel carcere di Terni, dove era già detenuto per l’operazione Andromeda, mentre il fratello Alfredo è stato arrestato mentre si trovava nella sua abitazione.

Nel corso della conferenza stampa, il procuratore facente funzioni di Catanzaro, Giovanni Bombardieri, ha detto: «Bisogna intervenire subito per evitare che i vuoti creati dagli arresti degli ultimi anni vengano colmati da nuovi e vecchi gruppi criminali. Noi garantiamo che chi denuncia non sara’ lasciato solo ma i commercianti e gli imprenditori collaborino».

Parlando della recrudescenza di intimidazioni su Lamezia Terme, il procuratore ha assicurato che «l’impegno investigativo è fortissimo ma deve corrispondere un atteggiamento da parte della società civile lametina che ci consenta di intervenire senza ritardi per evitare che qualcuno riesca ad affermarsi sul territorio. Non possiamo piùassistere – ha aggiunto – a situazioni come quelle avvenute durante alcuni processi in cui le vittime chiamate a deporre in aula hanno ritrattato. Così è impossibile ottenere giustizia».

Anche il capo della Squadra Mobile di Catanzaro Nino De Santis ha rinnovato l’appello a commercianti e imprenditori affinché «collaborino contro questa recrudescenza criminale. L’attenzione da parte nostra è altissima e non mancherà di produrre risultati in tempi brevi».

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