X
<
>

Condividi:
2 minuti per la lettura

La Finanza di Lamezia Terme ha proceduto al sequestro di beni per circa 300 mila euro ad un presunto esponente di spicco delle ‘ndrine lametine considerato anche un killer della cosca

CATANZARO – Beni per circa 300 mila euro sono stati sequestrati, nell’ottica di una successiva confisca, dai finanzieri del gruppo di Lamezia Terme (Catanzaro) a un esponente di rilievo, nonché killer di una cosca di ‘ndrangheta, Domenico Giampà, 35 anni, detto “buccacciallu”. Il provvedimento è stato emesso dal Tribunale di Catanzaro (giudice Valea) su richiesta della Procura distrettuale antimafia, ed eseguito dai finanzieri. Il sequestro ha riguardato, oltre a provviste finanziarie, una villa nella disponibilità dell’uomo nonostante fosse formalmente intestata a un parente.

In particolare, le indagini della Guardia di finanza hanno consentito di mettere in luce la pericolosità sociale dei soggetti, la loro appartenenza ad una agguerrita organizzazione di ‘ndrangheta e la dedizione al compimento di gravi reati. Proprio con i proventi di tali reati, secondo l’accusa, avrebbero vissuto abitualmente, in modo agiato, per decenni. Giampà, tra l’altro, è già condannato per diversi omicidi nonché per associazione mafiosa ed estorsione (processi “Medusa e “Perseo”)

Il sequestro messo a segno è basato su indagini di polizia economico-finanziaria, svolte dalla guardia di finanza che hanno concentrato l’attenzione investigativa sui patrimoni degli appartenenti ai clan della ‘ndrangheta operanti nella piana lametina. In particolare, il procuratore aggiunto Giovanni Bombardieri e il sostituto procuratore della Dda di Catanzaro, Elio Romano, condividendo gli esiti delle indagini del Nucleo mobile della Guardia di finanza, hanno proposto la confisca dei beni riconducibili a Domenico Giampà.

Il sequestro ha riguardato, oltre a fondi, anche una villa in città, risultata nella disponibilità concreta dell’uomo, nonostante fosse formalmente intestata ad un suo congiunto. I beni sequestrati per la confisca, secondo quanto appurato dalla Finanza, sono di valore sproporzionato e ingiustificato rispetto ai redditi leciti dichiarati ed al tenore di vita mantenuto dall’indiziato.

Condividi:

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

EDICOLA DIGITALE