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Inchiesta della Guardia di Finanza sulla Infocontact e sui suoi due amministratori, accusati di aver evaso il fisco e di aver distratto somme destinate all’assunzione e alla formazione dei dipendenti

CATANZARO – I finanzieri del Nucleo di polizia tributaria di Catanzaro hanno posto sotto sequestro beni per 26 milioni di euro intestati alla società Infocontact e ai suoi due amministratori, Mariano e Giuseppe Pane. Il provvedimento è stato emesso dal gip del tribunale di Lamezia Terme. Infocontact, costituita nel 2001 e attualmente in amministrazione straordinaria, è una società attiva nel settore delle telecomunicazioni e dei call center e il tribunale di Lamezia ne aveva dichiarato lo stato d’insolvenza nel 2014. L’infocontact, pur avendo stabilito la propria sede legale a Roma, ha, di fatto, sempre operato in Calabria e, in particolare, nelle province di Catanzaro, Cosenza e Vibo Valentia, dove erano presenti ben 14 sedi operative.

La società ha usufruito di svariati contributi straordinari previsti da leggi nazionali e comunitarie, per l’assunzione e la formazione dei dipendenti, oltre a sgravi fiscali e contributivi a riduzione del costo del lavoro. Secondo gli inquirenti, proprio alla luce di tali agevolazioni e contributi, l’Infocontact sia arrivata ad investire in Calabria ed ad avere alle sue dipendenze circa duemila lavoratori che però oggi a causa della condotta degli amministratori, hanno perso il posto di lavoro e quanto investito in termini di impegno e di rinuncia ad altre opportunità.

In più la società avrebbe omesso di versare al fisco, per il periodo 2009-2013, somme per 26 milioni di euro a causa delle operazioni distrattive e dissipative poste in essere dagli amministratori. Peraltro le indagini hanno consentito di smascherare una fitta rete di società correlate e collegate, di cui talune anche in territorio estero, possibili destinatarie dei proventi distratti.

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